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Impresa

02 aprile 2024

Poliedrica Bitimec, dal lavaggio dei treni al prosciutto cotto

Nel 1988, fondano la Bitimec srl in quel di Reggello. Sette dipendenti e sempre più lavoro, dalla pulizia esterna delle carrozze e interna dei pullman.

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Tutto è nato in Valdarno alla fine degli anni 80. Un gruppo di colleghi ingegnosi e fantasiosi studiavano strumenti alternativi per la pulizia dei treni. Si trattava, per, loro che erano ingegneri, periti elettronici, progettisti, di creare ex novo una macchina per pulire l’esterno dei treni delle Ferrovie dello Stato. Con l’aiuto di una piccola officina meccanica, misero a punto un prototipo che, nato per gioco, divenne il primo strumento meccanico automatizzato per pulire le carrozze. Non più la mano umana ma un carrello mobile (prima a benzina, poi ad elettricità) con tanto di super braccio per il lavaggio.
Due anni dopo, nel 1988, i fantasiosi creativi avevano lasciato il posto fisso e fondato la Bitimec srl in quel di Reggello. Sette dipendenti e una mole di lavoro sempre più copiosa. Il loro lavoro inizia a passare dalla pulizia esterna delle carrozze a quella esterna di pullman e camion, mentre Ferrovie chiede loro mezzi sempre più leggeri e performanti.

Dai salumi alle catene da lavanderia

Non solo. Spiega Bruno Tiesi, presidente della società: “Bitimec ha lavorato anche nel settore alimentare per la sformatura del prosciutto cotto, progetto venduto anche a Parmacotto”. E con Zucchetti negli anni 90 ha messo a punto una catena professionale dove appendere gli abiti (come quelle delle lavanderie) che vengono usate negli alberghi statunitensi per restituire gli abiti da lavoro ai dipendenti o nei grandi magazzini.
Ogni loro progetto viene richiesto anche all’estero e la loro attività si muove anche nel settore della logistica realizzando piccoli trattori per spostamenti agili in azienda, come sull’isola di Capri dove i loro veicoli piccoli e agili superano le strettoie più ardite per portare villeggianti a destinazione. Gli anni passano, loro collaborano con aziende francesi, israeliane, Svizzere, hanno contatti con la Cina e gli Usa e nel frattempo i dipendenti sono diventati 45 e si fa sempre più difficile trovare potenziali dipendenti con la giusta formazione.
Intanto stanno collaborando con l’università di Firenze per avviare un ufficio tecnico dedicato ai progetti degli studenti che hanno scritto sulla Bitimec alcune tesi di laurea sull’azienda.
Nell’88 il primo fatturato fu di 100 milioni di lire, il fatturato del 2022 è pari a 11 milioni e 700mila euro.
Una crescita sensibile, frutto di ingegno ma soprattutto di fantasia e creatività. (sg)

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