Settecentotrenta marchi della moda maschile, di cui un centinaio toscani, si preparano a presentare le collezioni per la primavera-estate 2026 a Firenze, alla fiera Pitti Uomo – la più importante al mondo per il settore – che si terrà dal 17 al 20 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze. Sarà la 108esima edizione, il che significa 54 anni di vita (si svolgono due fiere all’anno), che hanno valso al salone l’iscrizione nel registro dei marchi storici di interesse nazionale, istituito al ministero delle Imprese e del made in Italy, come ha spiegato Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), la holding che controlla la società organizzatrice Pitti Immagine.

L’Ice porta 580 compratori selezionati a Firenze nel 2025
Mansi e i vertici di Pitti Immagine hanno presentato a Milano la prossima edizione del salone, sottolineando la capacità di Pitti Uomo di adattarsi alle situazioni difficili – come quella in cui il settore moda si trova immerso adesso – e di innovare allestimenti e contenuti per stimolare interesse e acquisti da parte dei compratori. Compratori che sarebbero in gran parte rimasti a casa, ad aspettare che gli fossero portate in visione le collezioni – ha ammesso l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone – se l’Ice non avesse finanziato un programma di incoming. “Porteremo 580 buyer selezionati nel 2025 a Firenze tra le fiere dell’uomo, del bimbo e dei filati”, ha spiegato il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas.
In mostra le collezioni maschili di 730 marchi, per il 43% esteri
“Pitti c’è, è in salute, e vivrà un’edizione di grande livello con le collezioni di 730 marchi, per il 43% esteri”, ha spiegato il presidente di Pitti Immagine, Antonio De Matteis, aggiungendo che “il 2025 è partito con una serie di annunci che in alcuni mercati hanno sparso preoccupazione”. Il riferimento è agli annunci sui dazi americani, fonte di disorientamento: “I dazi hanno influito dal punto di vista psicologico, mettendo le aziende in una condizione di attesa – spiega Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine – ma finora non hanno avuto un impatto sulle vendite. C’è una parte di economia reale che è pronta a reagire, e la moda uomo sta reggendo meglio della donna”.
La Cina nel 2024 ha comprato più moda uomo dall’Italia (e l’Italia ha ridotto gli acquisti dalla Cina)
I dati sul commercio estero 2024 indicano vendite estere dell’industria italiana dell’abbigliamento maschile in linea con l’anno precedente (+0,1%) a 9,5 miliardi di euro, con una crescita sorprendente della Cina (+20% a 777 milioni di euro). In calo, invece, l’import di moda uomo dalla Cina (-6,9% a 779 milioni), che ha trainato al ribasso l’import complessivo (-5,4% a 6,5 miliardi di euro). I mercati dunque si stanno smontando e ricomponendo con soluzioni impensabili fino a qualche tempo fa.

Le sfilate invadono Firenze, da Villa della Petraia alla Stazione Leopolda
“Siamo consapevoli che è un momento di trasformazione – ha detto il direttore generale Agostino Poletto – in cui bisogna investire e rischiare”. Per questo Pitti ha rinnovato gli allestimenti di alcune sezioni, ha inserito nuove collaborazioni internazionali, ha focalizzato l’attenzione sulla ‘comunità’ dei ciclisti, tanto che il tema-guida è Pitti Bikes. Tra gli ospiti che sfileranno ci sono Issey Miyake con la collezione Homme Plissé alla Villa medicea della Petraia; i coreani di Post Archive Faction alla Stazione Leopolda e il giovane stilista toscano Niccolò Pasqualetti, originario di San Miniato, già finalista di un premio prestigioso come Lvmh Prize 2024, che farà una sfilata-evento in un luogo ancora da svelare per presentare la sua prima collezione maschile. In cartellone anche eventi, presentazioni, mostre e la sfilata benefica nel Salone de’ Cinquecento in Palazzo Vecchio organizzata da Corri La Vita e dalla stilista Chiara Boni per sostenere la lotta contro il tumore al seno: sfileranno 70 abiti di grandi stilisti italiani indossati da ragazzi di tutta Italia.
Silvia Pieraccini