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Impresa

26 gennaio 2024

Pitti Filati chiude col sorriso (anche se il mercato ristagna)

Le aziende del distretto di Prato colpite dall’alluvione hanno presentato le collezioni grazie ai terzisti. La crisi di Suez sparge timori.

Silvia Pieraccini
Lo stand Lineapiù al Pitti Filati

Lo stand Lineapiù al Pitti Filati

Chiude con risultati che l’organizzatore Pitti Immagine definisce “più che positivi” la 94esima edizione di Pitti Filati (alla Fortezza da Basso di Firenze 24-26 gennaio), la fiera di filati per maglieria più importante al mondo che ha presentato le collezioni per la primavera-estate 2025. Centoquindici gli espositori, di cui un centinaio stranieri; la maggior parte arrivano dai distretti tessili di Prato (28 aziende) e Biella.

Tremila buyer, quasi metà dall’estero

I compratori entrati in fiera sono stati 3.000, di cui 1.170 provenienti dall’estero (+3% rispetto all’edizione di un ano fa). Includendo tutti gli ingressi (agenti, giornalisti, fornitori), i visitatori sono arrivati a 3.600. L’elemento di novità – sottolinea Pitti Immagine – è stato l’aumento dei compratori asiatici, cinesi ma anche coreani e giapponesi.

In fiera responsabili stile di aziende di moda, ma anche di interior design e automotive

“Pitti Filati è visitato non solo dagli operatori della moda in senso proprio, ma anche dai responsabili stilistici di prestigiose aziende dell’interior e home design e da altri professionisti della creatività industriale, come quella dell’automobile”, afferma Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. La vivacità e la creatività che si sono viste tra gli stand non si riscontra, però, sul mercato. L’industria dei filati per maglieria – settore prestigioso del made in Italy che fornisce (anche) i grandi marchi francesi della moda – dopo due anni di crescita robusta, e dopo aver recuperato e superato i livelli pre-Covid, è finita in folle (-4,2% il fatturato 2023, sceso a 3,1 miliardi di euro secondo le stime di Confindustria Moda; -8,5% l’export a 902 milioni; saldo commerciale negativo per 104 milioni).

Ordini al rallentatore, bilanci 2023 col segno ‘meno’

Dalla primavera-estate scorsa gli ordini hanno cominciato a rallentare; i bilanci aziendali si stanno chiudendo con flessioni di fatturato che vanno dal -5 al -10%; l’anno è partito con un ritmo debole, aggravato dalla crisi di Suez che sta rendendo complicato l’approvvigionamento di materie prime dall’Oriente, cashmere in testa. La ripartenza è ancora più complicata a Prato, nel distretto tessile che sta cercando di risollevarsi dalla devastante alluvione del novembre scorso che ha colpito diverse aziende tessili tra cui, più di tutte, la storica Pecci Filati che nello stand del Pitti Filati ha esposto le foto dello stabilimento travolto da 130 cm di acqua e fango: “Abbiamo avuto circa 15 milioni di danni – spiega Roberta Pecci – e per riuscire a realizzare la collezione ci siamo appoggiati ai terzisti vecchi e nuovi: il fatto di poter operare in contoterzi è il vantaggio di Prato. Chiuderemo il 2023 sugli stessi livelli dell’anno scorso, 33-34 milioni tra Pecci e Filati Naturali, ma quest’anno è partito lentamente”. Ha realizzato la collezione grazie ai terzisti anche Lanificio dell’Olivo, altra azienda del distretto pratese (controllata dal fondo Ethical Global) travolta dall’alluvione, che chiuderà il 2023 con 22 milioni di ricavi (-6%): “Per metà febbraio contiamo di ripartire completamente – afferma il ceo Fabio Campana – ma il tema adesso è la messa in sicurezza del territorio”. Si è salvata dall’alluvione, pur essendo a poca distanza, Lineapiù, leader nei filati fantasia di alta gamma: “Il 2024 è un anno di grande incertezza – spiega il patron Alessandro Bastagli – perché nessun cliente si mette in casa un chilogrammo di filato in più rispetto a quello che serve”. I grandi ordini post-Covid sono un ricordo.

Parte la Cfmi Academy

Intanto alla Fortezza ha preso il via la prima sessione della Cfmi Academy, il nuovo format di approfondimento operativo per gli studenti di Fashion design delle scuole di moda, nato dalla partnership tra Centro di Firenze per la Moda italiana, Pitti Immagine e UniCredit con focus sulla creazione della moda sostenibile.

Autore:

Silvia Pieraccini

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