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Innovazione

08 luglio 2025

Obiettivo 2027 per la rinascita ‘green’ della ex Bekaert di Figline

Produzione di idrogeno verde, vertical farming e fish farming: ok alla Via, cantieri dal 2026 con investimento da 170 milioni.

Leonardo Testai
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Produzione di idrogeno verde, vertical farming e fish farming, in un ecosistema circolare: con il progetto H2 Era Green Valley (Hgv), per il quale i cantieri partiranno nei primi mesi del 2026 e l’attività produttiva (almeno in parte) dal 2027, l’area ex Bekaert di Figline Valdarno potrà tornare a nuova vita sei anni dopo la chiusura definitiva dei cancelli della fabbrica dello steel cord, e nove anni dopo l’annuncio della dismissione da parte della multinazionale belga.

Il progetto punta a generare 150 posti di lavoro

Secondo il progetto, un impianto fotovoltaico produrrà energia utilizzata per alimentare l’impianto di produzione di idrogeno; il calore di scarto dell’elettrolizzatore climatizzerà la Vertical Farm, mentre l’ossigeno di scarto verrà utilizzato nella Fish Farm, tutto a impatto zero. Non è esclusa la realizzazione futura di un data center, alimentato dall’energia pulita prodotta da Hgv. L’investimento complessivo annunciato ammonta a 170 milioni di euro. Sul piano occupazionale, Hgv a regime punta a creare 150 nuovi posti di lavoro diretti e si sta parlando, con un indotto di altre 200 persone dalla fase di costruzione in poi.

“Abbiamo cercato di sviluppare un concetto di economia circolare a sé stante, con 120mila metri quadrati riqualificati in toto”, spiega Federico Parma, ideatore del progetto e presidente di Hgv. “Abbiamo fatto tutti gli iter autorizzativi – dice – abbiamo avuto la concessione della Valutazione d’impatto ambientale, poi abbiamo fatto l’atto di ottemperanza, le consuete procedure burocratiche. Nelle settimane scorse abbiamo presentato gli ultimi documenti, ora stiamo definendo l’aspetto societario per partire, speriamo che sia nei primi mesi dell’anno nuovo, con il primo mattone”. Fra i soci ci saranno Ge-Group, società di impiantistica fondata dallo stesso Parma, che nel 2022 rilevò l’area Bekaert di Figline; Beyfin e Zero Farm, più altri due soggetti industriali e uno finanziario ancora non svelati.

Produzioni alimentari avanzate e di qualità

L’impianto di Figline utilizzerà due pozzi – già utilizzati dalla fabbrica Bekaert in passato – per rifornirsi di acqua per produrre idrogeno verde: l’ossigeno di scarto alimenterà una Farm di salmoni con vasche d’allevamento non intensive. “L’Italia è il terzo consumatore mondiale di salmoni – dice Parma -, ma non ne produce. Le vasche sono di un’azienda italiana, i tubi sono di un’azienda italiana, le pompe sono di un’azienda italiana, i sensori sono di un’azienda italiana, l’idea è di un’azienda italiana, quindi cominciamo a creare un concetto di economia circolare”. L’idrogeno è il primo pezzo: prendiamo l’ossigeno, ne dobbiamo utilizzare 1.400 tonnellate per ossigenare i pesci: produrremo 2.000 tonnellate di salmone di alto livello per il mercato italiano, erodendo una fettina di import per andare a creare lavoro al nostro interno”.

Dal pesce, ai vegetali: “Quando produciamo idrogeno – spiega l’imprenditore – produciamo tantissimo calore. Con delle macchine ritrasformiamo il caldo in freddo, e climatizziamo 25.000 metri quadrati per cinque livelli di Vertical Farm aeroponica, con le radici sospese nell’aria, che deriva da un investimento che abbiamo già fatto a Venezia. La Vertical Farm consuma il 95% di acqua in meno, e produce il 450% rispetto a una serra, con il 4000% in più di efficienza rispetto a un terreno. Qui dentro produrremo insalate per i supermercati, ma una percentuale sarà rappresentata anche da prodotti per estratti medicinali, ad alto valore aggiunto. Stiamo approcciando 168 prodotti diversi che possiamo fare nei capannoni abbandonati. Qui dentro non c’è un pesticida, non c’è nessun tipo di prodotto chimico, e lo stesso nella Fish Farm”.

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Leonardo Testai

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