Nuova proprietà per il sito industriale Bekaert di Figline Valdarno: la Regione Toscana ha annunciato oggi ai sindacati che è stato firmato un preliminare di acquisto del sito Bekaert di Figline, da parte di un nuovo investitore che rileverebbe l’area e l’immobile della fabbrica. Ancora non è stato reso noto il nome dell’investitore, così come la tipologia del progetto industriale che prenderebbe vita a Figline: l’ipotesi è quella di un progetto legato alla filiera dell’idrogeno, aperto a soggetti terzi in maniera simile al progetto di Qf Spa a Campi Bisenzio (la ex Gkn).
“Si tratta di un passo importante – afferma Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro della Regione Toscana – su cui abbiamo ritenuto di doverci confrontare subito con le organizzazioni sindacali. Per questo abbiamo chiesto all’azienda, che si è resa disponibile, di incontrare innanzitutto istituzioni e sindacato, e, nel caso in cui l’operazione andasse a buon fine e quando ci saranno le prime assunzioni, di iniziare cominciando a chiamare i 26 lavoratori ex Bekaert ancora senza una nuova occupazione e quelli pur ricollocati ma a tempo determinato”.
Una vertenza di tre anni finita male
Bekaert annunciò nel giugno 2018 la dismissione della fabbrica di Figline Valdarno, dove si produceva steel cord, e dove lavoravano 318 dipendenti. La vertenza durò quasi tre anni, anche con la reintroduzione della Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, voluta dal governo Conte I, con Luigi Di Maio ministro per il Lavoro e per lo Sviluppo economico, su impulso dei sindacati proprio in seguito alla vicenda Bekaert divenuta un caso nazionale. Tuttavia i tentativi di reindustrializzazione dello stabilimento, con ipotesi che andavano da un accordo di filiera con Jsw Steel alla costituzione di una cooperativa di lavoratori, non sono mai decollati: nel maggio 2021 le istituzioni hanno gettato la spugna, lasciando oltre cento dipendenti Bekaert non ricollocati.
Oggi non sussiste alcun vincolo alla riassunzione degli ex dipendenti della multinazionale, in virtù della procedura di licenziamento collettivo portata a termine da Bekaert sempre nel 2021. L’obiettivo dei sindacati è però quello di riportarli all’opera nello stesso capannone, anche alla luce del protocollo per l’occupazione in Valdarno firmato con le istituzioni, proprio in seguito alla vertenza. “La ripartenza di una attività lavorativa nel sito di Figline Valdarno dovrà vedere l’applicazione proprio di quel testo”, avverte la Fim-Cisl, mentre la Fiom-Cgil chiede che chiunque subentri nello stabilimento garantisca la rioccupazione dell’intero bacino iniziale di 318 lavoratori, partendo dal richiamare i lavoratori ex Bekaert”.