Prende il via la seconda edizione di “Navigare il Futuro”, il corso di alta formazione promosso dall’Università di Firenze e dalla Fondazione Hillary Merkus Recordati, pensato per formare i ‘future planner’: figure capaci di affrontare la complessità del presente con visione critica, autonomia e creatività, grazie al dialogo tra saperi umanistici, scientifici e tecnologici. Il percorso formativo, articolato in 125 ore complessive, prevede una giornata inaugurale a Firenze, quattro weekend residenziali presso la Fondazione Dynamo Camp e una giornata conclusiva dedicata alla presentazione e premiazione dei progetti. Il gruppo autore dell’idea più originale e applicabile riceverà una borsa di studio da 50mila euro.
Il programma di alta formazione interdisciplinare, rivolto a studenti, dottorandi e giovani laureati magistrali e dottori di ricerca di tutti gli ambiti, si espande in questa seconda edizione a tutti gli atenei della Toscana. I giovani che puntano a diventare future planner sono stati selezionati da una commissione composta da docenti universitari ed esponenti del mondo imprenditoriale, culturale e creativo, sulla base di criteri che valorizzano l’apertura mentale, la capacità di ascolto, il pensiero critico e la propensione al cambiamento.
Focus sul Made in Italy e sulla moda che cambia
L’edizione 2025 introduce anche un modulo dedicato al Made in Italy, con un focus specifico sul mondo della moda, settore oggi chiamato ad affrontare sfide legate all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità e alle nuove forme di consumo: la storica del costume Fabiana Giacomotti e la manager Micaela Le Divelec Lemmi parteciperanno in qualità di mentor. “Era doveroso, in un periodo anche non proprio floridissimo per il settore del Made in Italy, cercare di inserire delle figure non tradizionalmente prese in considerazione – ha dichiarato Andy Bianchedi, presidente della Fondazione Hillary Merkus Recordati – cioè delle persone che sono in grado di pensarla in maniera diversa, anche dal punto di vista dei canoni della moda, della bellezza”.
“Sono particolarmente grata alla Fondazione Hillary Merkus Recordati per aver confermato il proprio impegno a realizzare insieme al nostro Ateneo la seconda edizione del progetto Navigare il Futuro – sottolinea la rettrice Alessandra Petrucci – si tratta di un percorso formativo fondato sulla metodologia interdisciplinare e finalizzato a formare dei manager, capaci di visione, senso critico e autonomia di pensiero, requisiti indispensabili per affrontare la complessità del presente e immaginare la realtà del futuro”.
All’evento di apertura è intervenuta, fra gli altri, la docente Unifi di Filosofia teoretica Roberta Lanfredini, seguita da due tra i giovani che hanno preso parte alla prima edizione del programma: Mirò Fanciullacci, luxury travel designer, e Arianna Zerauschek, psicologa specializzanda in psicoterapia cognitivo comportamentale con esperienza clinica ed educativa. “Navigare il Futuro – ha detto Fanciullacci, rivolgendosi ai nuovi studenti – non è un corso pensato per insegnarvi nozioni tecniche o skills, bensì vi aiuterà a scoprire qualcosa di più prezioso, qualcosa su voi stessi. Immaginate, è come se nascessero delle antenne invisibili pronte a catturare i segnali dal mondo, ma sintonizzate su una frequenza diversa. Questo è il potere del corso, aumentare la vostra ricezione degli stimoli ed insegnarvi a diventare un giorno guide e protagonisti del futuro”.
“Pensare fuori dagli schemi per andare oltre l’Ia”
In chiusura è intervenuto Alessandro Sordi, amministratore delegato e fondatore di Nana Bianca, che ha offerto agli aspiranti future planner una riflessione sul valore della creatività e della contaminazione tra discipline nell’era dell’intelligenza artificiale. “E’ un momento – ha affermato – dove la competenza specifica sul saper fare un’esatta cosa non basta: essere progettisti del futuro è un concetto più ampio che libera un po’ l’aspetto creativo, libera l’aspetto culturale e dovrebbe permettere di pensare fuori dagli schemi, che è l’unica cosa forse che l’intelligenza artificiale per adesso ancora non farà”.
Secondo Sordi “oggi un giovane dovrebbe sviluppare competenze sull’utilizzo dei grandi strumenti tecnologici che l’intelligenza artificiale sta offrendo, in maniera molto critica e sintetica: oggi non si pensa più a dover progettare qualche cosa, si deve fare. Non esistono più nelle aziende i diversi livelli di funzioni in cui qualcuno pensa, qualcun altro scrive e il terzo realizza. Oggi queste funzioni si concentrano in un’unica funzione in cui la persona pensa, reagisce e realizza il prodotto effettivo. Le One Man Company sono un fenomeno che, secondo me, vedremo molto più spesso nei prossimi anni. Lavorare in team è una cosa imprescindibile, perché uno dei pochi vantaggi che ci rimane sulla robotica e sull’intelligenza artificiale è quello di confrontarsi con le altre persone. Solo da lì possono scaturire progressi”.
Leonardo Testai