24 maggio 2025

Logo t24Il quotidiano Economico Toscano
menu
cerca
Cerca
Impresa

23 maggio 2025

Multiutility Toscana, si prova a ripartire dal piano industriale

Presentata ai sindacati una bozza: intera proprietà pubblica, investimenti, una sola società per acqua, energia, rifiuti.

Leonardo Testai
Featured image

Proprietà pubblica, tutti i servizi riuniti, e un nuovo nome già scelto: così intende andare avanti la Multiutility Toscana, a dispetto della fase di rallentamento che sta affrontando il processo di aggregazione delle società toscane dei servizi, che senza poter contare in prospettiva sulla mossa della quotazione in Borsa viene ora a essere alimentato tramite canali più tradizionali di finanziamento per far fronte all’indebitamento (672 milioni di euro nel 2023). Mentre il piano industriale sta prendendo forma, e una bozza è stata illustrata ai sindacati.

“Questa società ancora non ha un nome, ma in realtà l’abbiamo trovato, nei prossimi mesi lo racconteremo”, ha annunciato Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility, intervenendo a un convegno di Estra ad Arezzo dedicato al tema della transizione ecologica, con ospiti di prestigio come il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani.

“Intera proprietà pubblica, abbiamo bisogno dei sindaci”

“E’ forse la prima occasione in cui io dico qualcosa sulla Multiutility dopo due anni, non è reticenza, ma abbiamo preferito che fossero gli altri a parlare di noi, i proprietari così come l’opinione pubblica”, ha esordito Perra, secondo cui “è una società che ha 2 miliardi di fatturato consolidato, impiega 4.300 dipendenti, ha un margine di 400 milioni: è, per darvi una dimensione, quello che fu Hera quando nacque. Oggi Hera vale 10 volte tanto, ed è stato un processo che l’area dell’Emilia Romagna ha sviluppato nel corso degli anni con un grande spirito cooperativo che li ha portati a crescere ed essere presenti nel nostro territorio”.

Secondo il presidente di Alia “non è più immaginabile che rifiuti, acqua, energia continuino ad essere separati, e quindi l’esigenza di stare insieme diventa condizione abilitante per poter realizzare quello che noi abbiamo intenzione di fare. Quindi noi presenteremo un piano industriale che, permanendo la intera proprietà pubblica del gruppo, vuole perseguire la transizione ecologica, ma per farlo ha bisogno che tutti gli attori presenti su questo palco – ha concluso, riferendosi ai sindaci di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, Siena e Ancona presenti al convegno – portino questa iniziativa dall’essere una famiglia con vari cognomi a essere un’unica famiglia con un solo nome”.

Con Europa Verde si riparla di acqua in house

Per la sindaca di Firenze Sara Funaro “la Multiutility è in assoluto il contenitore principe per affrontare insieme quelle che sono le sfide della transizione ecologica e della transizione energetica”. E il probabile candidato del centrodestra alle elezioni regionali, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, ha voglia di Multiutility: “Nella mia città – ha spiegato – è in corso la trasformazione di tutti i punti luce energivori: io ho schiacciato un pulsante, quello della gara Consip, e lo sta facendo Hera. Spero che dopo di noi, perché io sono al secondo mandato, schiacciando un pulsante lo farà una Multiutility toscana”.

Anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, pone l’accento sul ruolo delle amministrazioni locali: “In un lavoro sinergico con i Comuni – ha detto – io sono disponibile a parlare di Multiutility, ma voglio farlo con il massimo rispetto di Comuni che devono trovare il loro dinamismo per dare sempre più alla Toscana una centralità anche su questa materia dei servizi”. Sul tema dell’acqua è però molto ben definita, e battagliera, la posizione del più recente acquisto della maggioranza in Consiglio regionale: Silvia Noferi, ex Movimento 5 Stelle approdata in Europa Verde. Noferi ha annunciato di voler sostenere la proposta della Rete dei beni comuni, “per la gestione dell’acqua tramite una società in house, proposta che Europa Verde ha accolto e intende portare avanti, nel convincimento che l’acqua debba essere un bene pubblico e che non si possano fare profitti sulla gestione di questo bene”.

Alia presenta la bozza del piano ai sindacati

Una bozza del piano d’impresa della Multiutility, in attesa dell’approvazione del Cda e dei sindaci, è stata presentata ai sindacati da Alia il 22 maggio. Secondo Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, si tratterebbe di “un piano molto ambizioso, che prevede una serie importante di investimenti a partire da diverse assunzioni, effettuate già nel corso di quest’anno, per un totale di circa 550 persone. In generale il piano si concentra su tre settori fondamentali: quello dell’acqua, dell’energia e dei rifiuti. La multiutility ha intenzione di investire migliorando l’aspetto tecnologico e la qualità del servizio offerto nei tre importanti rami”.

Come Uil Toscana, ha commentato Fantappiè, “apprezziamo il piano presentato ed evidenziamo come questo debba considerarsi un percorso verso la sostenibilità: dal punto di vista economico con una riduzione delle tariffe applicate ai cittadini; dal punto di vista del servizio con un miglioramento dello stesso; per quanto riguarda la qualità del lavoro, con salari migliori, più diritti e una reinternalizzazione dei processi organizzativi; con più attenzione all’ambiente, anche considerando l’importante e imponente transizione verde che stiamo attraversando”.

Pichetto Fratin e Cingolani ripartono dal nucleare

Il ministro Pichetto Fratin, nel panel finale del convegno di Estra, ha rilanciato l’impegno sui piccoli reattori nucleari: sul criterio di dove collocarli “sono convinto che saranno il sistema privato, i consorzi industriali, le città a muoversi, con un’esplosione della domanda come quella che si prefigura”. Il recente disegno di legge sul nucleare, ha spiegato il ministro, è “partito per delineare un quadro giuridico per mettere nelle condizioni chi ci sarà nel 2030-2032, nel momento in cui ci sarà lo strumento, di decidere. La parte procedurale dobbiamo darla e dobbiamo fare che in modo che nel momento opportuno sia pronta. E’ un percorso che durerà comunque 2 anni”.

A giudizio di Cingolani, secondo cui il nucleare dovrebbe arrivare al 50% del mix elettrico italiano, gli impianti di quarta generazione “richiede un po’ di investimento, e ragionevolmente da 5 a 10 anni per uno sviluppo sensato. Credo sia ragionevole dire che dal 2035-2040 queste macchine possano esserci”. La quarta generazione, ha spiegato, “non fa uso di uranio 235, fa uso di materiali con meno scorie radioattive che in caso di malfunzionamento non diventano bombe atomiche ma si spengono come il motore della macchina, quindi sono intrinsecamente più sicuri”. Inoltre, ha aggiunto, “ha una scoria che decade in 200-300 anni, non in 3.000; ha bassa emissione, e soprattutto, essendo piccole” le centrali, “producendo poca energia, si prestano ad un sistema locale. E’ la soluzione ideale per un modello di comunità energetica che, in un distretto industriale, in un paese che si trova lontano dai poli principali della rete, potrebbe risolvere il problema”.

Autore:

Leonardo Testai

Potrebbe interessarti anche

Articoli Correlati


Impresa

23 maggio 2025

Moda, Keeling alla sfida della crescita (senza rincorrere le tendenze)

Leggi tutto
Industria

23 maggio 2025

Moda, la filiera degli accessori metallici rischia di perdere le piccole aziende

Leggi tutto
Industria

22 maggio 2025

Nuova acciaieria Metinvest a Piombino, intesa al Ministero sull’accordo di programma

Leggi tutto

Hai qualche consiglio?

Scrivi alla nostra redazione

Contattaci