Nasce a Prato un consorzio di aziende che seleziona gli abiti e li avvia al riuso (nel canale dell’usato) o al riciclo (nel processo di lavorazione che ha radici antiche). Per adesso gli associati sono otto – Euroclothing, Abf International, Comistra, Francioni, Suatex, Drd, Prema e Gemar & Figli – ma il consorzio del riuso e riciclo, chiamato Corertex, è aperto all’ingresso di altri.
L’operazione – spiega un comunicato – si lega all’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili previsto da un decreto legislativo del 2020, entrato in vigore (solo formalmente) il 1 gennaio 2022, in anticipo rispetto alla direttiva europea che lo prevede a partire dal 2025. “Vogliamo contribuire a scrivere le regole che caratterizzeranno nei prossimi anni il settore”, dicono i soci del consorzio presieduto da Raffaello De Salvo.
“L’Europa ha dettato delle linee guida che per il nostro territorio possono essere una grande opportunità oppure una tremenda complicazione – spiega De Salvo -. Come imprenditori e come distretto abbiamo il dovere morale e materiale di scegliere il percorso giusto. Il consorzio è pronto a dialogare con tutti gli enti e le istituzioni preposte alla stesura delle nuove normative di settore, mettendo a disposizione le conoscenze in materia”.
Secondo Corertex, gli impianti di riuso a Prato sono una cinquantina, per un totale di 50mila metri quadrati di capannoni, 600 addetti e una capacità annua di lavorazione di circa 70mila tonnellate di indumenti usati. A questo segmento va poi aggiunta tutta la filiera del riciclo che assorbe anche gli scarti tessili delle lavorazioni industriali.