C’è una “terza via” per continuare a crescere nell’industria della moda, oltre a quella – scelta (anche) da molte aziende toscane – di entrare nell’orbita dei grandi gruppi del lusso come Kering o Lvmh, oppure di entrare a far parte di poli che aggregano terzisti come Gruppo Florence o Holding Moda.
Conservare l’artigianalità accumulata
La “terza via” è quella appena tracciata dalla famiglia Morelli, storico produttore empolese di capi in pelle e in tessuto per i più bei nomi della moda mondiale, con un fatturato 2022 di oltre 70 milioni di euro e 250 addetti diretti, più un consistente indotto. “Vogliamo preservare il know how e l’artigianalità accumulati in tanti anni di lavoro e vogliamo farlo rimanendo indipendenti”, spiegano Azzurra e Giampaolo Morelli, seconda generazione dell’azienda fondata dal padre Bruno più di 40 anni fa a Vinci.
Un hub logistico e di controllo qualità
Il progetto prevede il rafforzamento industriale attraverso tre mosse: un nuovo hub logistico e di controllo qualità da tremila metri quadrati, appena inaugurato, che ha richiesto un investimento di cinque milioni di euro e che servirà per ricevere e passare al vaglio tutti i prodotti in arrivo dai fornitori e dai laboratori esterni, dai tessuti alla fibbie fino ai capi finiti; un potenziamento di Hostage, l’azienda produttrice di capi in tessuto nel cui azionariato figura il ceo Martino Mazzoni, che dal capospalla si sta ampliando al total look uomo/donna e che sta allargando anche gli spazi produttivi; la nascita di una holding di famiglia, Holding Morelli, che controllerà tutte le aziende produttive, da Pellemoda (abbigliamento in pelle) a Hostage, da Marmi Renzo (intrecci e stampa su pelle), alla umbra Second Skin (confezione di capi in pelle), fino al brand proprio di outerwear Ahirain (solo donna), che fa capo alla Aga 15 srl.

Creato un nuovo brand di ricerca
Non solo: la crescita di Hostage passerà anche per la nascita, appena avvenuta, di un brand di abbigliamento maschile di ricerca, battezzato Mordecai e disegnato dal designer Ludovico Bruno, la cui prima collezione autunno/inverno è già in vendita nello showroom milanese di Riccardo Grassi (sia Grassi che Bruno sono soci del nuovo brand, di cui Hostage detiene la maggioranza).

In arrivo l’Academy interna per formare le figure mancanti
I fratelli Morelli per adesso hanno scelto di dire ‘no’ ai fondi d’investimento: “Il fondo ce lo siamo fatti in casa, dando vita a una holding di partecipazioni”, sorridono annunciando di voler puntare all’acquisizione di un altro laboratorio di cucitura e di volere creare una Academy interna (finora hanno finanziato corsi di formazione) per assicurarsi la manodopera e garantirsi almento una parte della produzione, visto che mai come adesso è difficile trovare figure adeguate. L’azienda umbra, che conta una trentina di persone, farà da incubatore all’Academy.
Silvia Pieraccini