Ci si è messo pure lo sciopero dei trasporti a intralciare l’arrivo dei compratori, soprattutto di quelli italiani, alla 108esima edizione del salone fiorentino Pitti Uomo, il più importante al mondo per la moda maschile che si è chiuso oggi, 20 giugno, alla Fortezza da Basso (740 marchi, per il 45% esteri, hanno presentato le collezioni di abbigliamento, accessori e lifestyle per la primavera-estate 2026). Considerando questo disagio, e considerando la situazione internazionale con tre guerre in corso, i dazi americani che incombono e i consumi non brillanti, gli organizzatori di Pitti Immagine si dicono soddisfatti della tenuta del salone: i compratori sono stati 11.400, di cui 5.450 esteri (in crescita di circa il 3% rispetto a giugno 2024) e poco meno di seimila italiani (in leggero calo). In totale i visitatori entrati alla fiera sono stati 15mila. Anche l’impatto sulla città, tra eventi, ristoranti, trasporti, alberghi, è stato soddisfacente.
Messaggio positivo all’intero settore moda
“I dati di affluenza in fiera mandano un messaggio positivo all’intero settore della moda e del lifestyle maschile e al mercato internazionale”, dice Pitti Immagine. Le spinte positive – spiega in un nota l’ad Raffaello Napoleone – vengono da fuori Europa: Stati Uniti e Cina, seguite dal Giappone e le altre economie del sud-est asiatico. In crescita mercati che finora avevano avuto presenze molto contenute come Australia, Brasile e India; buone performance da gran parte dei paesi dell’Est e dal Medio Oriente. In totale i compratori arrivano da più di 100 Paesi dei cinque continenti. “A dimostrazione che Pitti Uomo non è solo termometro sensibile dei movimenti commerciali – afferma Napoleone – ma è anche, molto spesso, il porto in cui sbarcano le avanguardie dei nuovi compratori della migliore moda maschile”.
Atmosfera positiva e 130 eventi fuori e dentro il salone
“Non è solo questione di numeri – aggiunge Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – perché l’atmosfera in questi quattro giorni è stata veramente positiva, fin dalle prime ore. Il merito principale va agli espositori che hanno creduto e investito nel salone, alle loro collezioni che incorporano memoria di alta manifattura insieme al talento innovativo, che infondono contenuti di contemporaneità ed elementi di funzionalità nei diversi canoni del vestire maschile”. Sono stati 130 gli eventi in calendario, fuori e dentro il salone.
Silvia Pieraccini