Marco Neri è stato riconfermato presidente di Confagricoltura Toscana per i prossimi tre anni. Insieme a Neri, rieletto presidente per acclamazione, l’assemblea di Confagricoltura Toscana tenutasi a Bolgheri ha completato l’organigramma dell’associazione con il vicepresidente Carlo Bartolini Baldelli e il vicepresidente vicario Luca Giannozzi. Il collegio sindacale è composto dal presidente Marco Anchinico, dai sindaci revisori Daniele Lombardi e Gianluca Ghini, dai sindaci supplenti Paolo Rossi e Matteo Binazzi.
“Il governo ci aiuti a prendere il treno del Pnrr”
“Il comparto viene da mesi molto difficili – ha ricordato Neri -: la guerra in Ucraina, i rincari energetici, l’aumento del prezzo dei materiali. Una morsa che rischia di soffocare un settore vitale. Le prime cose che chiedo al governo è attenzione e azione: riflettere sulle problematiche del settore e agire conseguentemente, tenendo presente il fatto che il Pnrr è un treno da prendere assolutamente, un’occasione irripetibile. Serve, ad esempio, un intervento del governo, sfruttando il Pnrr, per realizzare nuovi impianti per produrre concimi. Adesso arrivano dall’estero ma hanno costi insostenibili”.
Il presidente rieletto ha ricordato inoltre che dal 1 gennaio 2023 “ci sarà un quadro di riferimento nuovo del Programma di sviluppo rurale regionale con 54 nuove misure. Dobbiamo lavorare affinché tali misure vadano nella direzione che Confagricoltura si aspetta, ossia un’incentivazione alle imprese produttive in modo tale che si possano confrontare sul mercato riuscendo a reggere la concorrenza con l’estero”.
La Regione tende la mano sulla programmazione 2023-27
Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana con delega all’agroalimentare, ha osservato che “abbiamo la possibilità di lavorare sulla nuova programmazione 2023-27, che rappresenta sicuramente un’opportunità”, anche se “non nascondiamo alcuni elementi di criticità per quello che riguarda il territorio della nostra regione”. Allo stato attuale, ha sottolineato Saccardi, “registriamo una domanda sempre maggiore di cibo, di produzioni di qualità, e perciò dobbiamo utilizzare al meglio gli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione e individuare un percorso per la nuova programmazione”.