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30 dicembre 2025

Irpet: nel 2025 l’economia toscana frena e allarga i divari territoriali

Secondo l’Irpet la crisi dell’industria della moda ha accentuato le disuguaglianze tra territori. Ecco cos’è successo.

Silvia Pieraccini
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Il 2025 che sta per finire manda in archivio un’economia regionale in frenata, e non solo. La crisi che ha colpito alcuni settori, in particolare l’industria della moda, ha accentuato le disuguaglianze tra territori segnala l’Irpet, l’Istituto per la programmazione economica che fa capo alla Regione Toscana nella nota congiunturale di fine anno, basata sui dati dei primi nove mesi. Il risultato è che l’obiettivo storico di amalgamare lo sviluppo delle diverse aree della regione si allontana, anziché avvicinarsi.

Cantieri navali, meccanica e farmaceutica creano occupazione

L’occupazione – sottolinea l’istituto toscano di ricerca economica – nel 2025 continua a crescere, ma con aumenti più contenuti rispetto al 2024 (+1,6% gli addetti dipendenti nel terzo trimestre) e con “una marcata debolezza del Made in Italy, soprattutto nei comparti moda”. Di conseguenza, segnala Irpet, “si allargano i divari territoriali”: tengono le aree specializzate in cantieristica, meccanica e farmaceutica, mentre risultano più in difficoltà i territori a forte concentrazione di produzioni del tessile-abbigliamento, filiera della pelle e minuteria metallica legata alla moda. La provincia che nel terzo trimestre 2025 ha avuto il risultato peggiore è Prato (-2,2% i dipendenti rispetto al terzo trimestre 2024), seguita da Firenze e Pisa (-0,8%), e poi Siena e Arezzo (-0,2%).

Doppio boom della farmaceutica: export e import

La crescita delle esportazioni (+14,7% nei primi nove mesi 2025 al netto dei lingotti) è stata trainata dalla farmaceutica, che però ha visto anche un eccezionale boom dell’import, capace di mandare in rosso la bilancia commerciale di settore. In ogni caso l’exploit della farmaceutica, concentrata a Firenze e in parte a Siena, contribuisce “a dinamiche provinciali molto polarizzate”, segnala Irpet.

Il turismo rallenta soprattutto al mare

Infine il turismo, dopo il recupero post-pandemico del 2024 entra in una fase di rallentamento nel 2025, “penalizzato dal calo della domanda interna ed europea – sottolinea irpet -; resistono meglio le città d’arte, prodotto di punta della Toscana, e crescono le destinazioni montane, trainate dalla crescita del turismo esperienziale, mentre le aree costiere risultano più fragili, fortemente esposte alla concorrenza di destinazioni balneari in Paesi a basso costo della vita”.

Autore:

Silvia Pieraccini

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