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Industria

21 ottobre 2022

L’industria fiorentina rallenta, Cna chiede aiuto al sindaco

Dopo una partenza brillante, la Camera di commercio “vede” un attenuamento per la produzione nel secondo semestre 2022.

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Difficoltà di reperimento del personale, anche per il divario tra domanda delle imprese e offerta formativa; passaggio generazionale frenato; normative tarate sulla grande industria; eccesso di burocrazia; problemi per l’accesso al credito. Sono queste – insieme all’attuale stato dei costi dell’energia – le principali problematiche delle piccole imprese a Firenze, nelle parole di Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana che per l’assemblea annuale dell’associazione ha proposto un patto agli amministratori locali, in un contesto in cui – anche a Firenze – il manifatturiero tende a rallentare, secondo l’ultimo report della Camera di commercio.

“Se le amministrazioni pubbliche locali – ha detto – potessero realmente avere, come spesso dalle stesse richiesto, un maggior margine d’azione, potrebbero soddisfare più facilmente e/o supportare con più incisività le esigenze del sistema imprenditoriale? Crediamo di sì, per questo siamo disponibili a sostenere le loro richieste, a patto che l’impegno sia duplice”. La richiesta di Cioni ha trovato pronto il sindaco Dario Nardella, che ha ospitato l’assemblea a Palazzo Vecchio: “Ci mettiamo a disposizione delle imprese, diteci quale è la battaglia che dobbiamo fare insieme e la faremo”.

La Camera di commercio vede difficoltà per il semestre

L’appello di Cna cade nel momento in cui le criticità di questa fase, legate soprattutto ai costi di materie prime ed energia, cominciano a pesare sulla manifattura fiorentina. Secondo uno studio della Camera di commercio, per il secondo semestre di quest’anno le indicazioni qualitative degli imprenditori a presentare evidenti segnali di rallentamento, con la conferma della forte attenuazione delle attese sulla produzione e un sostanziale appiattimento dei giudizi sui nuovi ordinativi.

“I settori che presenterebbero le migliori prospettive di produzione per la seconda parte del 2022 – si legge nel report -, in termini di differenziale positivo tra ottimisti e pessimisti, sono risultati proprio quelli produttori di beni intermedi come metalli, chimica-gomma-plastica e minerali non metalliferi, insieme alla meccanica; maggiori criticità sembrerebbero emergere per le attività varie (sostanzialmente legno-mobilio e cartario) insieme ad elettronica e mezzi di trasporto (con riferimento alla componente dei mezzi di trasporto). Più moderate, ma positive le aspettative per il sistema moda, mentre si collocano su valori stagnanti per farmaceutica e alimentare”.

Sorpresa: i piccoli meglio dei grandi col boom dei costi

Nei primi due trimestri del 2022 l’industria nell’area metropolitana di Firenze ha mostrato una dinamica della produzione positiva ma gradualmente decrescente, partendo forte nel primo trimestre (da +20% a fine 2021 a +18,4%) per poi rallentare nel secondo (+11,3%). Positivo anche il dato del fatturato a valori correnti (+23,5% nel primo e +19,7% nel secondo) dato che risente chiaramente dell’effetto dei rincari degli energetici e delle criticità sulle catene di approvvigionamento, che si stanno trasferendo anche sull’inflazione alla produzione, in crescita in questi due primi trimestri dell’anno (rispettivamente +9,3% e +9,6%). Fin qui, secondo la Camera di commercio, la piccola e la media impresa sembrerebbero aver reagito meglio della grande alle avversità legate all’aumento dei costi di produzione.

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