Commercialisti. consulenti e associazioni di categoria sono già al lavoro: dal 7 agosto le imprese possono presentare domanda (sul sito del Gse) per una delle agevolazioni più attese degli ultimi anni, il Piano Transizione 5.0 che sostiene gli investimenti effettuati dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 in processi produttivi a maggior efficienza energetica, fonti rinnovabili, transizione green, digitalizzazione e formazione del personale. E’ una misura automatica – non ci sono istruttorie e valutazioni da fare – sotto forma di credito d’imposta, che interessa praticamente tutte le aziende visto che non ci sono limiti di dimensione, settore o territorio. Il credito d’imposta prevede un’aliquota massima del 45% ed è modulato in nove aliquote in funzione dell’ammontare degli investimenti e della riduzione dei consumi energetici conseguita.
I consumi energetici vanno ridotti di almeno il 3%
Sono ammissibili i progetti di innovazione che hanno per oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati (gli stessi riportati nell’allegato A e B del Piano Transizione 4.0), purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% dell’unità produttiva (o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento). A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo.
In Toscana digitalizzazione e transizione energetica sono indietro
La Toscana, regione dove la digitalizzazione e la transizione energetica sono decisamente indietro, è particolarmente interessata alla misura, che ha un totale di risorse stanziate pari a 12,7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. Di questi, 6,3 miliardi di euro provengono dal programma RePower EU e finanzieranno il Piano Transizione 5.0, mentre 6,4 miliardi sono previsti dalla legge di Bilancio e saranno a disposizione per il Piano Transizione 4.0. Ma bisogna far presto se si vuole ottenere l’agevolazione più sostanziosa perché le risorse potrebbero esaurirsi e azzerare del tutto il credito di imposta. In questi casi si potrà ripiegare sui crediti della legge 178/2020 che però sono più modesti.
Bonus Transizione 5.0 e Bonus Transizione 4.0
Gli stessi investimenti agevolati con i bonus del Piano Transizione 5.0 (previsti dall’articolo 38 del Dl 19/2024 e dal Dm 24 luglio 2024), infatti, possono usufruire alternativamente (è previsto un divieto di cumulo tra i due incentivi) dei crediti d’imposta disciplinati dai commi 1057-bis e seguenti della legge 178/2020, che hanno una misura meno generosa di quelli 5.0: nel caso di di riduzione nei consumi energetici del 3% della struttura produttiva (il livello minimo previsto), il credito per beni materiali 4.0 scende dal 35% al 20% fino a 2,5 milioni; il credito diminuisce dal 15 al 10% tra 2,5 e 10 milioni; dimagrisce ancora del 5% per la parte che eccede 20 milioni (tetto di spesa per 4.0) e fino a 50 milioni (tetto di spesa per 5.0).
Il rischio di assumere impegni verso fornitori e di non ottenere il bonus 5.0
Il rischio all’orizzonte è quello di assumere impegni verso i fornitori di beni in vista dell’ottenimento dell’agevolazione 5.0, e di dover poi ripiegare sul bonus 4.0 per mancanza di fondi. Quando l’impresa presenta domanda di agevolazione, infatti, il Gse rende noto se il credito richiesto è coperto da fondi disponibili. Questi rischi non si hanno invece con Industria 4.0, dato che al momento dell’ordine l’impresa ha certezza che, se completerà l’investimento con l’interconnessione, potrà sfruttare il credito d’imposta. In ogni caso le misure hanno le potenzialità per dare slancio agli investimenti produttivi che, negli ultimi tempi, anche in Toscana hanno rallentato.
Silvia Pieraccini