Le imprese toscane hanno bisogno di tecnici, e di scuole pronte a formarli. E’ questo il motivo per cui Confindustria Toscana, con il patrocinio della Regione, ha realizzato una piccola guida intitolata “Fai la scelta giusta!”) da distribuire in tutte le scuole secondarie di secondo grado del territorio, con una panoramica delle opportunità post-diploma per le ragazze e i ragazzi, sulla scorta di un’indagine condotta presso le imprese associate.
“E’ una guida, una iniziativa quindi soprattutto di comunicazione e di orientamento – spiega Patrizia Alma Pacini, coordinatrice della commissione Cultura e Formazione di Confindustria Toscana – che deve servire ai ragazzi a fare ‘la scelta giusta’; a capire cioè quali sono le figure professionali più ricercate dalle aziende ed orientare quindi le loro decisioni sul futuro, avendo nel loro bagaglio personale anche queste informazioni, insieme certamente alle loro giuste aspirazioni e inclinazioni”. Con uno sguardo particolare sull’istruzione tecnica (e sui percorsi universitari Stem) per le ragazze, superando gli stereotipi di genere che ancora pesano.
Figure difficili da trovare per metà delle aziende
Secondo l’indagine di Confindustria Toscana circa il 70% delle imprese prevede di assumere nei prossimi mesi, e tra queste quasi il 60% è alla ricerca di profili usciti dagli istituti tecnici (nel manifatturiero l’incidenza sale al 65%), un dato allineato a quello dei laureati, e lievemente superiore a quello delle scuole professionali. Oltre 6 imprese su 10 tra quelle che intendono assumere profili tecnici ricercano esperti in meccanica, meccatronica ed energia. Oltre il 50% delle imprese dichiara che tali figure risultano difficili da trovare.
Molte imprese ricercano anche diplomati in informatica e in telecomunicazioni: in questo caso, 4 imprese su 10 dichiarano difficoltà di reperimento di queste figure. Anche i numeri relativi al percorso moda risultano insufficienti ai fabbisogni delle imprese del settore: oltre quattro figure su 10 sono di difficile reperimento. Gli indirizzi amministrativo, elettronico e meccanico risultano trasversalmente quelli per i quali servirebbe un maggior numero di diplomati per soddisfare i fabbisogni annuali che le imprese toscane manifestano.
“Vogliamo dare più consapevolezza a giovani e famiglie”
“In Toscana – osserva Pacini – oltre a persistere un alto tasso di abbandono scolastico, i ragazzi scelgono percorsi di studio che spesso non incontrano i fabbisogni delle imprese. Da qui nasce il nostro impegno per cercare di aumentare la consapevolezza dei giovani e delle famiglie sulle reali opportunità offerte dal territorio, perché anche formare è un’impresa! Dobbiamo riportare al centro il valore dell’istruzione tecnica, strategica per il rilancio della nostra manifattura che ha certamente fame di conoscenze, ma anche di competenze”.
Una strategia condivisa dalla Regione, che ritiene necessario “superare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro – sostiene Alessandra Nardini, assessora a istruzione, formazione e lavoro – per creare occupazione stabile e di qualità e venire incontro alle esigenze formative segnalate dalle imprese. A questo proposito, accanto all’offerta delle istituzioni universitarie toscane, vogliamo far conoscere e comprendere anche le opportunità offerte dagli Its, che formano tecnici altamente specializzati; oltre l’80% delle ragazze e dei ragazzi che termina un percorso Its, entro un anno, riesce ad inserirsi nel mondo del lavoro. Potenziare l’impegno sull’orientamento significa quindi sostenere le ragazze e i ragazzi affinché possano fare scelte informate e consapevoli realizzandosi pienamente dal punto di vista personale e lavorativo”.
Gli Its, per il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi, “rappresentano una risposta immediata e concreta al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro che, purtroppo, anche nella nostra regione, in molti casi, lascia le imprese senza le figure necessarie ad affrontare le transizioni e i giovani senza opportunità di lavoro. Gli ultimi dati disponibili ci dicono infatti che nei principali settori del Made in Italy, ben rappresentati anche in Toscana, un’azienda su tre fa fatica a trovare le figure di cui ha bisogno”.