Il caldo colpisce anche la produttività sul lavoro, e l’Inps prova a fare chiarezza sull’accesso alla Cassa integrazione ordinaria per temperature elevate: l’ente ha comunicato nel messaggio 2130/2025 le indicazioni in merito alle modalità con cui richiedere le prestazioni di integrazione salariale e ai criteri per la corretta valutazione delle istanze. Un chiarimento che va incontro alle esigenze delle imprese che, anche in Toscana, devono fare i conti con giornate da codice rosso e la necessità di tutelare la salute dei propri dipendenti.
“Riceviamo telefonate di imprese che vorrebbero chiarimenti, specialente nei lavori pubblici, per capire se rientrano o no nelle previsioni dell’Inps”, spiega Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, e quindi rappresentante di un settore particolarmente colpito dall’ondata di caldo estivo. “Qualcuno è preoccupato – osserva – perchè non sa se mandando in cassa integrazione gli operai poi l’Inps la riconoscerà o meno, c’è un po’ di confusione in giro su questo. Di certo la salute degli operai viene prima di tutto, e per questo ci vorrebbe più chiarezza, dopo che è stato firmato il protocollo a livello nazionale con le parti sociali sulle emergenze climatiche”.
Secondo quanto comunica l’Inps, la prestazione – Cig ordinaria, Fis, o fondo bilaterale – si può chiedere sia a fronte dell’ordinanza della pubblica autorità, per cause non imputabili all’impresa e ai lavoratori, sia laddove le temperature medesime risultino superiori a 35 gradi. Il datore di lavoro deve indicare non solo l’evento meteorologico che si è verificato, nel caso in esame il caldo eccessivo, ma anche descrivere l’attività lavorativa o la tipologia di lavori che sono stati sospesi o ridotti, nonché le modalità di svolgimento delle attività stesse, sia all’aperto che al chiuso in mancanza di sistemi di ventilazione o raffreddamento. Nel valutare le istanze si deve tenere conto anche del grado di umidità registrato nelle giornate o nelle ore richieste.
Anche il verificarsi di temperature pari o inferiori a 35 gradi può determinare l’accoglimento della domanda di accesso alle prestazioni di integrazione salariale, qualora si prenda in considerazione la valutazione della temperatura percepita, più elevata di quella reale. Tale situazione, ad esempio, si determina se le attività lavorative sono svolte in luoghi non proteggibili dal sole o se le stesse comportino l’utilizzo di materiali o di macchinari che producono a loro volta calore, contribuendo ad accentuare la situazione di disagio dei lavoratori.
L’impiego di strumenti di protezione come tute e caschi può comportare che la temperatura percepita dal lavoratore risulti più elevata di quella effettivamente registrata dal bollettino meteo. Pertanto, la valutazione dell’integrabilità della causale richiesta non deve fare riferimento solo al gradiente termico, come registrato dai bollettini meteo, ma anche alla tipologia di attività svolta e alle condizioni nelle quali si trovano concretamente a operare i lavoratori.
Non è possibile presentare due distinte domande riferite agli stessi lavoratori e a periodi di sospensione o riduzione interamente o parzialmente sovrapponibili, l’una con causale “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori” e l’altra con causale “evento meteo” per “temperature elevate”. Tuttavia, nel caso in cui venga presentata un’istanza con causale “evento meteo” per “elevate temperature” riferita a periodi interessati anche da ordinanze di sospensione o riduzione delle attività lavorative per caldo eccessivo adottate dalla pubblica autorità, nel corso dell’istruttoria si deve tenere conto di tale circostanza. possono essere riconosciute come integrabili sia le giornate/ore in cui è stato accertato l’effettivo verificarsi dell’evento meteo avverso sia, indipendentemente dal predetto accertamento, le giornate/ore per le quali le predette ordinanze hanno vietato lo svolgimento delle attività lavorative. Il termine di presentazione della domanda è l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui l’evento si è verificato.
Allianz Trade ha provato a calcolare la riduzione della produttività del lavoro dovuta al caldo: è stato osservato che la capacità di svolgere lavoro fisico cala del 40% con temperature di 32 gradi e si riduce di due terzi a 38 gradi Per questa ragione, a livello europeo, si prevede per il 2025 una perdita del Pil pari -0,5% e dello -0,6% a livello globale. In Italia la perdita sarà il doppio, 1,2%, mentre in Francia e Germania la perdita di Pil sarà dello 0,3% e dello 0,1%.
“Le ondate di calore paralizzano l’economia”, afferma Jasmin Gröschl, senior Economist di Allianz. “In generale, le persone lavorano meno. Un giorno con temperature estreme superiori a 32 gradi Celsius equivale all’incirca a mezza giornata di sciopero. Inizialmente, questo può essere economicamente gestibile in singoli casi, ma con l’aumento dei cambiamenti climatici, sia la frequenza che l’intensità di tali eventi stanno aumentando. Ondate di calore, siccità e incendi boschivi stanno diventando la ‘nuova normalità’, a cui l’economia deve adattarsi per evitare gravi perdite a lungo termine”.
Leonardo Testai