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19 marzo 2024

Il clima cambia il vino, Gruppo Casadei investe in Casentino

Nuovo progetto enologico da 2,5 milioni di euro. Nasce la tenuta ‘Terre di Romena’, prime bottiglie presentate al Vinitaly.

Silvia Pieraccini

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La pieve di Romena in Casentino

La pieve di Romena in Casentino

“Ma perché noi non facciamo Pinot nero?” E’ partita da questa domanda, rivolta all’imprenditore Stefano Casadei dalla figlia, la spinta per progettare – e ora far nascere – la tenuta vinicola Terre di Romena, che prende il nome dalla pieve romanica, luogo di spirito e meditazione, costruita su una collina che guarda la valle dell’Arno nel comune di Pratovecchio Stia (Arezzo). Il gruppo vinicolo Famiglia Casadei – che già possiede le tenute Castello del Trebbio, nella denominazione del Chianti Rufina (quasi 60 ettari di vigneti); Casadei a Suvereto (Livorno), nell’alta Maremma (25 ettari); e la tenuta Olianas in Sardegna (35 ettari) – ora fa poker e dà vita alla quarta azienda vinicola di famiglia, in Casentino appunto. I primi due vini con l’etichetta ‘Terre di Romena’ saranno presentati tra poche settimane al salone veronese Vinitaly.

Piantati sette ettari di vigneti

La gestazione è stata complessa. “Noi partiamo dall’analisi del terreno – spiega Stefano Casadei – e, una volta identificata l’area, abbiamo fatto una lunga trattativa per acquisirla. Nel 2019 abbiamo comprato una parte dei terreni della storica fattoria del Castello di Romena. Per adesso abbiamo piantato sette ettari, con la prospettiva si arrivare a 10-12 ettari”. Si tratta di 3,5 ettari di Pinot nero, 1,5 ettari di Chardonnay, due ettari dedicati alla sperimentazione di due varietà autoctone della zona Alto Valdarno- Casentino. A queste si aggiunge un campo sperimentale di un ettaro di Merlot, Sirah e Sangiovese per testare la risposta sul territorio. Casadei sta progettando anche la cantina.

Il progetto enologico vale 2,5 milioni di euro

All’origine del progetto enologico in Casentino, che vale nel complesso 2,5 milioni di euro, c’è il cambiamento climatico: “Con questa operazione – spiega Casadei – diamo risposta al grosso problema che oggi regna nel mondo del vino. In Casentino si va da 450 a 650 metri di altitudine, con un microclima fresco dato soprattutto dalla presenza di foreste che coprono il 70% del territorio. La grande escursione termica che qui esiste, unita alle maggiori piogge, dà una risposta seria al cambiamento climatico. Oltre al fatto che è un territorio mistico, autentico, affascinante”.

Al Vinitaly debuttano i primi due vini del Casentino

Al Vinitaly il gruppo Famiglia Casadei porterà i primi due vini, un rosso da uve Pinot nero e un bianco da uve Chardonnay, prodotti per adesso in poche bottiglie (rispettivamente 2.000 e 1.500). A regime la produzione casentinese si diversificherà e arriverà a 25-30mila bottiglie, per poi crescere in base anche ai risultati delle sperimentazioni in atto.

Gruppo Famiglia Casadei nel 2023 è cresciuto del 7%

Il Casentino è un’area di recente viticoltura, nella quale i produttori (una trentina, tutti piccoli, che coltivano 140-150 ettari di vigneti, per il 20% a Pinot nero) stanno dando vita a un’associazione per crescere e promuovere il territorio, che fa della sostenibilità ambientale un driver di sviluppo. Il Gruppo Casadei è perfettamente in linea: “Siamo tra le poche aziende italiane – spiega il patron – che ha tre aziende vinicole in territori diversi già certificate Demeter (il marchio mondiale che riconosce i prodotti biodinamici, ndr) e presto aggiungeremo anche Terre di Romena”. Nel 2023 il gruppo vinicolo Casadei ha fatturato 3,5 milioni di euro con una crescita del 7% rispetto al 2022 grazie al buon andamento dell’Italia (+10%), di alcuni Paesi americani, del Regno Unito. Per quest’anno è attesa una ulteriore crescita del 7-8%, che potrebbe ingrossarsi visto che il gruppo ha concluso due nuovi contratti in Olanda e Belgio.

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Silvia Pieraccini

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