la Solvay a Rosignano
Trentasei chilometri separano Querceto (Pisa), in Val di Cecina, dove si estende la storica azienda vinicola Marchesi Ginori Lisci, da Rosignano Solvay (Livorno), frazione che prende il nome dall’azienda belga leader nella produzione di bicarbonato e carbonato di sodio. Agricoltura e industria ora collaboreranno per ridurre le emissioni inquinanti.
Le emissioni di anidride carbonica della Solvay si ridurranno di 8.000 tonnellate all’anno
Marchesi Ginori Lisci ha annunciato l’investimento in un nuovo impianto per produrre biometano (due milioni di metri cubi all’anno) e recuperare Co2 biogenica (2.500 tonnellate all’anno) dalla fermentazione di prodotti e sottoprodotti agricoli, impianto che sarà realizzato e gestito dal Gruppo Siad (attraverso la società Tecno Project Industriale), leader nelle tecnologie per questo settore. Il biometano prodotto, trasportato appunto per 36 km, servirà a Solvay per alimentare le proprie centrali – al posto del gas naturale – riducendo le emissioni di anidride carbonica d’origine fossile. La stima è che, a partire dal 2026, le emissioni di Co2 della fabbrica di Rosignano si ridurranno di circa 8.000 tonnellate all’anno. Solvay si è impegnata ad acquistare 24 gigawattora all’anno per i prossimi 15 anni.
Sostenibilità come impegno verso le generazioni future e la comunità
La collaborazione tra Solvay e Marchesi Ginori Lisci, azienda pioniera negli investimenti in energie rinnovabili, è stata presentata al Museo delle Miniere di Montecatini Val di Cecina (Pisa) alla presenza delle istituzioni locali e regionali. “La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma un impegno concreto verso le generazioni future e verso la comunità con la quale, da sempre, c’è un forte legame”, afferma Luigi Malenchini, consigliere delegato di Marchesi Ginori Lisci.
Migliorare l’indipendenza energetica di Solvay
L’operazione segue il progetto lanciato nel 2018 da Solvay e Siad per la realizzazione, all’interno dell’area industriale di Rosignano, di un impianto per la cattura della Co2 dai fumi industriali e il riutilizzo nei processi di produzione di carbonato e bicarbonato di sodio di 40mila tonnellate di Co2 all’anno. “Entrambi questi progetti contribuiscono a migliorare l’indipendenza energetica di Solvay, riducendo le emissioni e rafforzando la competitività e la sostenibilità del parco industriale di Rosignano”, afferma l’azienda. “Questo progetto rappresenta un passo tangibile nel percorso di decarbonizzazione delle nostre attività – aggiunge Nicolas Dugenetay, direttore dello stabilimento Solvay di Rosignano – perché integrando biometano rinnovabile e Co2 biogenica nei nostri processi riduciamo l’impatto ambientale. La nostra vision è diretta a garantire lo sviluppo sostenibile del territorio, dimostrando che l’industria può creare, in sinergia con le realtà locali, nuove opportunità per superare le sfide della transizione ecologica”.
Silvia Pieraccini