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03 luglio 2025

Moda, i filati fantasia di Prato penalizzati (anche) dal mercato

Nel primo trimestre la produzione è calata del 5%. Anche il 2025 s’annuncia come un anno difficile. Confindustria punta sulla certificazione Grs.

Silvia Pieraccini
Lo stand Lineapiù al Pitti Filati

Lo stand Lineapiù al Pitti Filati

Non è un buon momento per l’industria italiana dei filati, che ha chiuso il 2024 con 2,6 miliardi di euro di fatturato, in calo del 9,8% sull’anno precedente, e 786 milioni di export (-9,4%), secondo i dati di Confindustria Moda diffusi in occasione di Pitti Filati, il salone fiorentino più importante al mondo per il settore (1-3 luglio), che vede la forte presenza dei produttori pratesi di filati per maglieria (31 in tutto sui circa 80 presenti in fiera).

Nel primo trimestre la produzione pratese di filati cala del 4,9%

Proprio da Prato arriva l’allarme anche per l’andamento del primo trimestre 2025, che nel distretto toscano ha visto un calo produttivo dei filati del 4,9%. A soffrire sono soprattutto i filati fantasia, specializzazione tipica di Prato, che – proprio per il fatto di essere più riconoscibili, più “ricchi” e più creativi – sono penalizzati dal mercato in questo momento di stagnazione e di crisi.

Lineapiù festeggia 50 anni di attività

“Il 2025 è un anno difficile – spiegano Pierluigi Marrani e Roberta Pecci del gruppo Pecci Filati, 24 milioni di fatturato atteso nel 2025 (-6%) – in cui reggerà chi è ben messo dal punto di vista finanziario. Prato sconta le difficoltà di mercato dei filati fantasia, che sono più riconoscibili e dunque meno scelti nei periodi di crisi perché i clienti non vogliono rischiare di avere prodotti che non possono riproporre sugli scaffali”. Prova ad allontanare le turbolenze festeggiando 50 anni di innovazione e creatività Lineapiù, azienda fondata nel 1975 da Giuliano Coppini a Capalle (Campi Bisenzio, Firenze), dal 2010 nelle mani di Alessandro Bastagli. “Celebrare 50 anni di storia – dice Bastagli – significa riflettere sulle radici ma soprattutto rilanciare una visione: lavoriamo ogni giorno per innovare nel segno della qualità, dell’eccellenza e di una creatività che sa parlare al mondo”.

Sette filature terziste pratesi certificate Grs

Punta sul lusso accessibile ma comunque chic interpretato dall’alpaca, la Filpucci della famiglia Gualtieri: “Vogliamo raccontare la nostra visione sul futuro della moda – spiega Federico Gualtieri – con filati certificati, per garantire la filiera di produzione e la responsabilità sociale e ambientale, e con filati destinati a durare. Oggi un prodotto di alta qualità deve contenere tutti questi elementi e i nostri clienti ci stanno seguendo in questo percorso”. Sul terreno della sostenibilità sta lavorando anche Confindustria Toscana Nord (Prato, Pistoia, Lucca), co un progetto per diffondere la certificazione Grs (che attesta la presenza di materiali di riciclo, la tracciabilità dei processi e il rispetto delle norme ambientali e sociali) nelle lavorazioni terziste dei filati per maglieria: sette l’hanno già ottenuta, altre stanno per arrivare. “Così la tracciabilità del prodotto sarà più agevole e la gestione dei rapporti di filiera sarà più semplice”, dice Gabriele Innocenti, responsabile filati di Confindustria Toscana nord.

Il fondo Ethica Global Investments punta a fare sinergie

Si muovono anche i fondi d’investimento come Ethica Global Investments, che nel 2020 ha acquisito il pratese Lanificio dell’Olivo e nel 2022 la novarese Manifattura Sesia, dando vita al gruppo Filidarte, e nel marzo scorso ha fatto tris acquisendo la biellese Servizi e Seta, specializzata in filati in seta pura e misti con fibre nobili. “Vogliamo fare sinergie – spiega l’ad Alberto Enoch, che parte da un fatturato aggregato di 66 milioni con ebitda al 10% – e per questo abbiamo avviato 14 tavoli di lavoro sulle varie aree operative per integrare organizzazione e produzione, pur mantenendo le diverse identità aziendali. L’obiettivo è arrivare a 90 milioni di euro di ricavi nel giro di tre-quattro anni e migliorare la marginalità portando l’ebitda al 15%. Per fare questo oggi è fondamentale dare un buon servizio al cliente”.

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Silvia Pieraccini

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