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02 luglio 2025

Concessioni balneari: la Corte Costituzionale cancella (di nuovo) la legge toscana sulle gare

Invasa una materia di esclusiva competenza statale come la tutela della concorrenza. Nel mirino la premialità per le Pmi e l’indennizzo.

Silvia Pieraccini
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“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”, dicevano i latini. Per la seconda volta in otto anni, la Regione Toscana si vede annullare dalla Corte Costituzionale – a cui si era rivolto il Governo – una legge regionale sulle concessioni demaniali marittime (la numero 30 del 2024) con la motivazione che va a invadere una materia di esclusiva competenza legislativa dello Stato come la tutela della concorrenza.

No a premi e indennizzi speciali per i concessionari

La sentenza della Consulta (numero 89, depositata il 1 luglio 2025) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 1, 2 commi 3 e 4, e 3 della legge toscana. Le disposizioni regionali – spiega la Corte – prevedevano criteri e condizioni in base ai quali svolgere le procedure selettive per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime, fra cui, in particolare, una premialità per la valutazione dei concorrenti e modalità per la determinazione di un indennizzo a favore del concessionario uscente. Neppure il fatto che la legge toscana prevedesse citeri di assegnazione delle concessioni da applicare solo “nelle more del riordino della normativa statale” l’ha salvata dalla scure della Consulta.

Nel 2017 annullata un’altra legge regionale sulle concessioni demaniali

Già nel 2017 la Corte Costituzionale aveva annullato una legge regionale sulle concessioni demaniali marittime (la 31/2016) perché in contrasto con i principi costituzionali di ripartizione delle competenze. Per cercare di sciogliere la (ingarbugliata) matassa in questo settore, il Governo ha varato nel settembre scorso una norma che prolunga le concessioni dei balneari fino al settembre 2027 (fino al 31 marzo 2028 in casi eccezionali come i contenziosi pendenti), assegnando ai Comuni il compito di bandire le gare – obbligatoriamente entro giugno 2027 – e prevedendo che chi subentra dovrà pagare un indennizzo al precedente concessionario e riassumere i lavoratori. Per adesso dei 34 Comuni costieri toscani (che contano circa 500 gestori di stabilimenti balneari), solo pochi hanno avviato le procedure per effettuare le gare, che di fatto nessuno ha bandito.

I Comuni devono prepararsi a bandire le gare

Che succederà adesso? “La norma nazionale a cui siamo tenuti ad adeguarci ha aggiunto confusione alla confusione – afferma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dopo la sentenza della Consulta – e il decreto attuativo appena proposto dal ministro Salvini non fa che confermarlo. Potevano copiare la nostra legge che è ben fatta, ma hanno usato questa materia a fini elettorali e gli effetti negativi dovuti allo stallo continueranno anche nei prossimi anni”. Al di là delle battaglie politiche, l’ipotesi più probabile è che i Comuni aspetteranno il 2026-inizio 2027 per bandire le gare, dopo aver capito come valutare i concorrenti e come calcolare l’indennizzo al concessionario uscente.

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Silvia Pieraccini

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