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Territorio

01 luglio 2025

In Toscana ci sono 150 aree industriali dismesse pronte al riuso

Mappatura condotta da Regione e Anci: lo scopo dell’operazione è contrastare il consumo di suolo in ottica di sostenibilità.

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La Toscana cerca di indirizzare potenziali investitori industriali su aree già utilizzate per tale funzione, limitando il consumo di suolo, e ha individuato già decine di siti industriali pronti per simili operazioni: è questo il risultato del lavoro di analisi condotto con la collaborazione tra Anci Toscana, direzione urbanistica e sostenibilità, ufficio Invest in Tuscany della Direzione competitività territoriale della Regione Toscana, lavoro presentato oggi all’incontro ‘Attrazione industriale’ a Firenze.

Il lavoro partito dall’analisi di circa 2.500 potenziali contenitori dismessi o sottoutilizzati, e ha individuato circa 300 aree o immobili riattivabili, concentrando l’attenzione su una selezione di 150 siti con potenziali prospettive di reimmissione sul mercato. Il coordinamento istituzionale tra la Regione, i Comuni ed enti terzi può aiutare molto a tagliare i tempi e a favorire i processi autorizzativi. E se la Regione ammette che per operazioni simili ci possano essere spesso dei costi superiori a un insediamento greenfield, la proposta può essere più che valida per quelle imprese interessate a mettere in campo investimenti sostenibili, dove nella sostenibilità c’è anche il concetto di recupero.

“Riattivare economie locali e contrastare lo spopolamento”

“Non si parte da zero – ha spiegato il presidente Eugenio Giani – ma un’azione con uno studio capillare consente di presentare un portafoglio completo agli investitori, sia a quelli già attivi in Toscana sia a chi si affaccia per la prima volta sul nostro territorio. L’obiettivo è quello di riattivare l’economia locale, creare opportunità di lavoro nelle aree della Toscana diffusa contrastando così lo spopolamento e il consumo di suolo vergine, valorizzando invece aree spesso dimenticate ma ricche di potenziale”.

All’incontro sono state portate testimonianze dirette di Comuni e soggetti privati che hanno già avviato processi di riutilizzo di siti dismessi in aree industriali, in Toscana e in altre regioni italiane. Fra questi, la costruzione della nuova cantina del Gruppo Dievole in una cava dismessa a Castagneto Carducci, appena inaugurata; la rigenerazione delle ex Fornaci Mondani nel comune di Arezzo; la riconversione della ex Bekaert di Figline Valdarno, con i cantieri che dovrebbero prendere il via nel corso del 2026. (lt)

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