Non c’è solo la bassa percentuale di laureati a preoccupare le aziende toscane che cercano figure specializzate per far fronte alla transizione digitale e energetica, diventata già un fattore strategico di competitività. L’altro pericolo che, sempre più, si sta materializzando nella regione è la cosiddetta “fuga dei cervelli”, cioè il trasferimento all’estero (con cancellazione dall’anagrafe italiana) dei laureati che scelgono di vivere (e lavorare) in un altro Paese. Il problema è comune a tutta l’Italia (che negli ultimi 12 anni ha avuto un saldo negativo, tra partenze e arrivi, di 202mila laureati), ma in Toscana si fa sentire con maggiore intensità.
Negli ultimi dodici anni la regione ha perso 8.900 laureati
Gli ultimi dati dell’Istat – presentati all’evento Zcs dei giorni scorsi – contengono un dato allarmante: nel 2024 dalla Toscana sono “fuggiti” 2.691 laureati – un numero mai raggiunto prima – mentre si sono trasferiti nella regione solo 836 laureati. Il saldo negativo si somma a quelli degli anni passati, e dà un risultato preoccupante: negli ultimi dodici anni, dal 2013 al 2024, la Toscana ha perso 8.900 laureati. La scarsità di giovani specializzati nel mercato del lavoro rischia di essere – anzi, lo è già – uno dei freni allo sviluppo dell’economia regionale.
Silvia Pieraccini