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18 settembre 2023

Export: farmaci e gioielli salvano (per ora) l’export 2023 della Toscana

Rallentano le vendite all’estero e il primo semestre si chiude a +10,4% a livello regionale (+6,4% a Firenze). Le prospettive.

Silvia Pieraccini

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Foto di Steve Buissinne/Pixabay

Foto di Steve Buissinne/Pixabay

Rallenta a partire da aprile l’export della Toscana che, nel primo semestre dell’anno, contiene l’incremento a prezzi correnti a +10,4% (sopra 28 miliardi di euro), superando sì la media italiana (+4,2%) ma mostrando una frenata che – secondo tutte le previsioni – è destinata a ingrossarsi nella seconda parte dell’anno. I dati sulle esportazioni delle regioni nei primi sei mesi sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat.

Non si ferma la corsa della farmaceutica

A spingere l’export toscano sono stati – accanto all’aumento dei prezzi, che ha toccato praticamente tutti i settori – i prodotti farmaceutici, cresciuti sui mercati esteri del 56,5% rispetto al gennaio-giugno del 2022, e i gioielli (+13,1% sopra 1,9 miliardi di euro). L’impennata dei prodotti petroliferi raffinati (+157%), tradizionalmente a basso valore aggiunto, falsa il risultato finale. Bene anche la carta (+6,2%), la meccanica (+14,2%) e i mezzi di trasporto (scooter, navi, autoveicoli) +12,7%. Segno meno, invece, per tutti gli altri comparti manifatturieri, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dal marmo ai mobili. Rallenta anche l’export di vino: -8,1% nel primo semestre a 573.804 euro.

Crolla l’export verso la Svizzera, hub del lusso

L’export toscano regge sia verso i Paesi Ue (+11,6%) che verso quelli extraUe (+9,6%), anche se le vendite dirette in Svizzera, tradizionale hub per la distribuzione della moda di lusso, sono scese del 30,8%: e infatti il risultato è lo specchio dell’andamento dell’industria della moda, che sta vivendo una fase di riflessione dopo il boom del 2022.

Firenze fa solo +6,4%

Dal punto di vista geografico, Firenze nel primo semestre 2023 ha visto rallentare la crescita dell’export fino al +6,4% a valori correnti (a 10 miliardi di euro), e ora l’ufficio studi della Camera di commercio segnala un secondo semestre più problematico per la frenata dell’economia americana e la recessione tecnica della Germania.

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Silvia Pieraccini

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