“Se Borgomeo è un problema, Borgomeo si fa da parte”: il presidente di Qf Spa Francesco Borgomeo, l’imprenditore che un anno fa aveva rilevato la fabbrica Gkn di Campi Bisenzio, ha evocato anche una sua possibile uscita di scena, nell’audizione (in videoconferenza) alla commissione Sviluppo economico del Consiglio comunale di Firenze. Quasi due ore e mezzo di seduta per fare il punto di un percorso di reindustrializzazione divenuto assai complicato. Con la Regione Toscana che si dice pronta a un’attività di scouting per trovare nuovi investitori.
Borgomeo smentisce di aver rilevato la fabbrica Gkn a un euro (“non è così, le multinazionali non danno immobili e macchinari ad un euro, ma sulle cifre ci sono patti di riservatezza molto rigidi”), e rivendica di aver predisposto “un piano industriale innovativo e complesso, ma la messa a terra del piano non è compatibile con l’attuale situazione”, ha detto.
“Dobbiamo ripristinare l’agibilità della fabbrica”
“Non si avvicina nessuno a questa fabbrica”, ha attaccato l’imprenditore, che ha chiesto “un tavolo con istituzioni, sindacati, Rsu per capire come ripristinare la normalità all’interno dello stabilimento, che non è una sorta di centro sociale”. Secondo il presidente di Qf Spa, infatti, “i prerequisiti per qualunque riconversione sono l’agibilità dello stabilimento, avere a disposizione una fabbrica. E in questo momento oggettivamente l’agibilità non c’è”. Per Borgomeo infatti “all’interno dello stabilimento ci sono tensioni, fra i 300 lavoratori una parte è particolarmente aggressiva. A Campi Bisenzio c’è un movimento politico: all’ingresso si trova la scritta ‘Insorgiamo’ e non la posso far togliere”.
Dunque, ha aggiunto il presidente di Qf, “non siamo in grado di decidere quando si entra nello stabilimento per iniziare a fare i lavori per far partire il centro di ricerca, che è il primo punto su cui noi facciamo affidamento. Essendo un centro di ricerca fatto di aziende, le aziende contestualmente portano dell’assemblaggio, attività che in questo momento vengono fatte da altre parti sarebbero portate in quello stabilimento. E nel frattempo si vanno a realizzare i motori E-Drive che dovrebbero essere prodotti nel sito. Ma io non sono in grado di firmare un contratto commerciale, perché non so quando sono in grado di far partire quella linea”.
Meno turni a dicembre, nuova polemica con la Rsu
L’ultimo casus belli, nell’ormai lunga vicenda Gkn, è la decisione di Qf di ridurre la turnazione a dicembre, “come faccio in tutte le aziende”, ha spiegato Borgomeo. Il preavviso della modifica inviato ieri su Telegram, in attesa del confronto previsto dalle procedure, ha fatto infuriare la Rsu: “Chiude ancora di più il rubinetto economico per le nostre famiglie, è una forma di licenziamento”, ha accusato Dario Salvetti, delegato e portavoce del Collettivo di Fabbrica.
Borgomeo ha cercato di mostrare ottimismo sullo sblocco degli ammortizzatori sociali, ma lamenta di essere stato lasciato solo. “Tutti dicono che hanno a cuore questa storia, ma nessuno ci ha messo i soldi. Il ministero dello Sviluppo economico, il ministero del Lavoro, non hanno messo soldi, l’ho fatto io. Se tieni alla storia della Gkn ti preoccupi di tenerla viva. Le carte parlano chiaro, la Cassa integrazione deve arrivare da gennaio. Io voglio la cassa che mi spetta, c’è un accordo firmato con i sindacati. Uno non può pensare di attrarre investitori di fronte a questi elementi di incertezza”.
“Se uno deve prendere la mia azienda, si siede con me”
Da qui, l’annuncio – o la provocazione – di essere pronto a farsi da parte. “Questa cosa mi ha fatto male dal punto di vista personale – ha detto Borgomeo -, anche della mia salute. Sono state giornate durissime. Tutti parlano, l’unico che ci ha messo i soldi è il sottoscritto. Se Borgomeo è un problema, Borgomeo si fa da parte”. Con una postilla: “Sono abituato a pensare che esiste la proprietà privata, se uno deve prendere la mia azienda si siede con me”.
Leonardo Testai