Completato lo scrutinio dei voti per le elezioni regionali – con Eugenio Giani (centrosinistra + M5S) che sfiora il 54% (53,92%), Alessandro Tomasi (centrodestra) che si avvicina al 41% (40,9%) e Antonella Bundu (sinistra) che raccoglie il 5,18% ma non entra in Consiglio regionale perché la lista che la appoggia si è fermata al 4,51% – è tempo di assegnazione dei seggi alle coalizioni e, a cascata, ai singoli partiti.
La coalizione che appoggia Giani ha preso 752mila voti
La coalizione che appoggia Eugenio Giani ha preso poco più di 752mila voti, circa 226mila voti in meno di quanto presero Giani e Movimento 5 Stelle nel 2020. In questa legislatura avrà 24 consiglieri sui 40 totali, ai quali si aggiunge il presidente regionale: 15 sono del Pd (erano 22 nella passata legislatura), quattro di lista Giani-Casa Riformista, tre di Alleanza Verdi e Sinistra e due del Movimento 5 Stelle (ne aveva due anche nella passata legislatura). Il Pd, da solo, non ha più la maggioranza in Consiglio regionale.
Tanti ex sindaci e ex assessori regionali in Consiglio
Per il Pd entrano in Consiglio regionale l’ex sindaca di Empoli Brenda Barnini; l’ex assessore regionale alla Salute della prima Giunta Giani, il senese Simone Bezzini; l’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, campione di preferenze con oltre 22mila; il vicesindaco del Comune di Cavriglia, giornalista e scrittore Filippo Boni; il portavoce di Giani, il pistoiese Bernard Dika; il segretario della federazione Pd di Livorno Alessandro Franchi, ex sindaco di Rosignano; il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti, che era stato inserito nel cosiddetto ‘listino bloccato’ (tre nomi Pd che entrano in Consiglio regionale di diritto, prima di tutti gli altri) ma il cui seggio viene invece attribuito alla circoscrizione di Massa Carrara; l’assessore regionale alle Attività produttive della prima Giunta Giani, il grossetano Leonardo Marras; l’ex presidente del Consiglio regionale, il pisano Antonio Mazzeo; l’assessora regionale a Istruzione e Formazione della prima Giunta Giani Alessandra Nardini; l’attivista per i diritti umani Iacopo Melio, inserito nel ‘listino bloccato’ così come nel ‘listino bloccato’ è stata inserita Simona Querci, insegnante di scuola media di Montecatini Terme (Pistoia), componente della segreteria toscana del Pd; Mario Puppa, già consigliere regionale nella legislatura appena finita, ex sindaco di Careggine; e infine i fiorentini Serena Spinelli, assessora regionale al Welfare nella prima Giunta Giani, e Andrea Vannucci, ex assessore del Comune di Firenze, già consigliere regionale nella legislatura appena conclusa.
I quattro consiglieri della lista Giani Presidente-Casa Riformista (nella quale confluiscono Italia Viva, PiùEuropa, Socialisti e Repubblicani) sono Francesco Casini, ex sindaco di Bagno a Ripoli (Firenze); il pisano Federico Eligi, ex consigliere del presidente Giani con delega alle rievocazioni storiche; la vicepresidente della Regione nella prima Giunta Giani Stefania Saccardi; e Vittorio Salotti, ex assessore comunale a Barga. Alleanza Verdi e Sinistra porta in Consiglio regionale il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi; la livornese Diletta Fallani, insegnante di scuola superiore; il sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti. Il Movimento 5 Stelle riconferma la pisana Irene Galletti e elegge Luca Rossi Romanelli, ingegnere-manager.
La coalizione che appoggia Tomasi ha preso quasi 580mila voti
La coalizione che appoggia Alessandro Tomasi ha preso quasi 580mila voti, 139mila voti in meno rispetto al 2020. Avrà 16 consiglieri: 13 di Fratelli d’Italia (il quadruplo rispetto a cinque anni fa), compreso il candidato presidente sconfitto Tomasi; due di Forza Italia e uno della Lega (che nella passata legislatura aveva nove consiglieri).
Per Fratelli d’Italia entrano in Consiglio regionale Marcella Amadio, consigliera comunale a Livorno ed ex consigliera regionale nella legislatura 2005-2010; Alessandro Capecchi, avvocato pistoiese entrato in consiglio regionale nell’ottobre 2020 a seguito delle dimissioni di Susanna Ceccardi; Jacopo Cellai, ec consigliere comunale di Firenze; l’imprenditore agricolo Vittorio Fantozzi, ex sindaco di Montecarlo di Lucca, già consigliere regionale nella legislatura appena conclusa; l’avvocato Claudio Gemelli, consigliere comunale a Scandicci; Marco Guidi, consigliere comunale a Massa; Chiara La Porta, parlamentare eletta a Prato che lascerà la carica per approdare in Consiglio regionale; Luca Minucci, assessore del Comune di Orbetello; Diego Petrucci, avvocato, vicepresidente del Consiglio regionale nella legislatura appena conclusa; Enrico Tucci, assessore al Comune di Siena; Gabriele Veneri, imprenditore orafo aretino e già consigliere regionale nella legislatura appena conclusa; Matteo Zoppini, consigliere comunale di Impruneta (Firenze). I due consiglieri di Forza Italia sono Jacopo Maria Ferri, avvocato e sindaco di Pontremoli (Massa Carrara); e Marco Stella, consigliere regionale uscente. L’unico rappresentante della Lega sarà Massimiliano Simoni, portavoce del movimento ‘Il Mondo al Contrario’ del generale Roberto Vannacci, che è stato inserito nel ‘listino bloccato’.
Antonella Bundu farà ricorso
La terza candidata presidente della Regione, Antonella Bundu, pur avendo preso il 5,18% dei voti, ha l’appoggio di una sola lista, Toscana Rossa, che ha ottenuto il 4,51%, inferiore al quorum del 5% previsto dalla legge elettorale toscane per le liste che non fanno parte di una coalizione, e dunque non entrerà in Consiglio regionale. Bundu ha annunciato un ricorso al Tar ma – nel caso di riconteggio delle schede – occorrerà dimostrare che coloro che hanno votato (solo) il suo nome intendeva votare anche per la lista Toscana Rossa, e non invece esercitare il voto disgiunto (ammesso dalla legge toscana).
Poche le donne: appena 9 su 40 consiglieri
Le donne che entrano in Consiglio regionale sono davvero poche, nonostante la previsione del voto di preferenza di genere (nel caso di espressione di due preferenze occorre votare un uomo e una donna): solo nove su 40.
Pisa provincia superstar della rappresentanza
A livello territoriale la provincia più rappresentata dopo Firenze (che aveva quattro circoscrizioni) è Pisa che porta in Consiglio regionale sette consiglieri: Mazzeo, Nardini, Melio, Eligi, Galletti, Ghimenti, Petrucci. Tra i nomi eccellenti che non sono stati eletti ci sono, prima di tutto, Cristina Giachi, vicesindaca della Giunta fiorentina di Dario Nardella e consigliera regionale uscente, che nonostante le 5.200 preferenze ottenute resta fuori dall’assemblea regionale; e le deputate di Forza Italia Debora Bergamini e Erica Mazzetti. Adesso si apre la partita della formazione della Giunta regionale, con alcuni consiglieri – tre o quattro, con tutta probabilità – che diventeranno assessori lasciando il posto ai primi non-eletti.
Quanto guadagnano i consiglieri (stessa retribuzione degli assessori e del presidente regionale)
La legge regionale 3/2009, modificata nel 2020, disciplina il trattamento economico dei consiglieri regionali, degli assessori e del presidente della Giunta regionale, formato da tre voci: 1) una indennità di carica (soggetta a Irpef e trattenuta del 17% per il vitalizio) pari a 7.334 euro al mese; 2) una indennità di funzione attribuita “a chi svolge particolari funzioni” (segretario di commissione, vicepresidente o presidente di commissione, presidente di gruppo consiliare, segretario o vicepresidente del Consiglio, assessore, presidente del Consiglio regionale o della Giunta) che può andare da 451 euro fino a 2.650 euro al mese; 3) un rimborso spese per l’esercizio del mandato composto da una quota fissa che parte da 1.925 euro e arriva a 2.800 euro al mese per il presidente del Consiglio regionale e per il presidente della Giunta regionale, e da una quota variabile (solo per i consiglieri) in base alla distanza tra il luogo di residenza e la sede del Consiglio regionale che è a Firenze. Queste tre voci insieme non possono superare i 13mila euro per il presidente della Giunta e per il presidente del Consiglio regionale; i 12.800 euro per i consiglieri con indennità di funzione e gli assessori; gli 11.100 euro per i consiglieri senza indennità di funzione. Se i limiti vengono superati, viene ridotto il rimborso spese