Il voto per le elezioni regionali in Toscana ridisegna i rapporti di forza tra i partiti, con alcune conferme, e alcune forti oscillazioni verso l’alto o verso il basso che scatenano la festa o le polemiche. Il Partito Democratico rimane l’architrave del centrosinistra, anche in versione ‘campo largo’, ma non cresce rispetto alle elezioni del 2020: anzi, con un 34,4% cala di due decimi di punto. Nel centrodestra invece Fratelli d’Italia diventa la forza egemone con un 26,8% (13,5% nel 2020), mentre Forza Italia col 6,2% (4,2%) sopravanza la Lega con un 4,4% che rappresenta circa un quinto della percentuale 2020 (21,8%).
Giani vince anche nelle città di destra
Il crollo dell’affluenza (il 47,73% al voto, dunque il 14,47% in meno del 2020) ha probabilmente favorito il centrosinistra: infatti anche molte delle città toscane con un sindaco di centrodestra hanno visto la vittoria di Eugenio Giani, candidato del campo largo: a Pisa con 21 punti di scarto (57 a 36), a Siena con 14 (55 a 41), mentre la vittoria è di misura più stretta ad Arezzo (51 a 47). A Massa Giani vince di 12 punti (53 a 41), mentre a Carrara, con una sindaca Pd prevale di un battito di ciglia il centrodestra. “Da oggi inizia la riscossa del Pd”, ha dichiarato il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.
Notevole il successo personale per gli assessori Pd uscenti della giunta di Eugenio Giani, tutti primatisti di preferenze nei collegi in cui correvano alle elezioni regionali in Toscana: Serena Spinelli (welfare) nel collegio di Firenze 2; Simone Bezzini (sanità) nel collegio di Siena; Leonardo Marras (economia) nel collegio di Grosseto; Alessandra Nardini (istruzione e Lavoro) che nel collegio di Pisa con 14.528 preferenze ha superato il presidente uscente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che ha ottenuto 13.274. Il recordman di preferenze nel Pd è però l’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, con 22.155 consensi nel collegio provinciale, distanziando assai nettamente Marta Logli (5.098).
I riformisti del campo largo superano Avs e il M5s
Significativo è il risultato di Casa Riformista (8,86%), lista che riunisce Italia Viva, +Europa, Psi, Pri, che porta in Consiglio quattro eletti, ossia la vicepresidente uscente Stefania Saccardi con oltre 5.200 preferenze, il capogruppo di Iv a Palazzo Vecchio Francesco Casini (oltre 3.200 preferenze) nello stesso collegio di Firenze 1 dove la lista veleggia oltre il 15%, insieme a Federico Eligi di +Europa a Pisa, e Vittorio Salotti a Lucca. Superata Avs (7,01%) che vanta un exploit a Sesto Fiorentino (37%), la città del sindaco Lorenzo Falchi che sbarca in Consiglio regionale.
Il M5s dal canto suo festeggia l’ingresso a pieno titolo nella maggioranza, sia pur con numeri non esaltanti. “Siamo stati 10 anni all’opposizione – afferma il deputato fiorentino M5s Andrea Quartini – e ci siamo aperti a questa possibilità. Uno per costruire un’alternativa al governo della Meloni a livello nazionale e due perché dopo 10 anni di opposizione in Toscana vogliamo anche contare. I 23 punti hanno segnato questo passaggio. Certamente ci sono stati anche lacerazioni interne ma gli elettori ci hanno premiato, hanno dato un segnale forte che dobbiamo lavorare insieme e creare alternative credibili a questa destra vergognosa”.
Lega flop, è polemica contro Vannacci
A destra, a fronte dei 12 consiglieri ottenuti da Fratelli d’Italia, Forza Italia porta a Palazzo del Pegaso il capogruppo uscente Marco Stella e Jacopo Maria Ferri sulla scorta del boom a Pontremoli del partito azzurro, che arriva al 68%. La Lega invece porta in Consiglio il solo Massimiliano Simoni, unico nome del listino bloccato, e legato al vicesegretario nazionale Roberto Vannacci. Proprio la ‘vannaccizzazione’ del Carroccio, costata rotture con la vecchia guardia, è ora sotto accusa: “Che non sia stata fatta una campagna elettorale all’altezza, mi sembra fuori di discussione”, attacca Giovanni Galli, consigliere regionale uscente. “E’ stato distrutto un partito per regalare un posto agli amici di Vannacci”, dichiara Alessandro Santini, capogruppo della Lega al Comune di Viareggio, uscito dal partito.
“Chi vota ha sempre ragione – ha replicato Vannacci – e i toscani si sono espressi. Chi non ha votato, quindi 1 toscano su 2, non si lamenti perchè se non desideri partecipare poi non hai alcun diritto di pretendere”. L’ex generale ha ribadito di voler continuare a “lavorare per gli italiani e per i toscani per più sicurezza, per mandare in galera i criminali e i delinquenti, per meno facinorosi che occupano, impediscono, bloccano, rompono e imbrattano, per più rimpatri di chi è entrato illegalmente nel nostro paese e di chi non si adegua alle nostre norme, leggi e tradizioni, per più sviluppo, per una energia meno cara, per più infrastrutture, meno tasse, più agricoltura e più prodotti enogastronomici di eccellenza, più nascite, più famiglia ed uno stato sociale che non sia eroso da chi non contribuisce con un solo centesimo al suo mantenimento”.
Leonardo Testai