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Impresa

27 febbraio 2025

Concia: il distretto di Santa Croce soffre, ma acquisizioni e investimenti non si fermano

Ecco tutte le operazioni in ballo, anche se le previsioni sulla ripresa sono incerte.

Silvia Pieraccini
La collezione primavera-estate 2026 della conceria Incas

La collezione primavera-estate 2026 della conceria Incas

La sofferenza prolungata del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa), che da due anni si trova a fronteggiare la debolezza del settore pelletteria e calzature, non ferma le acquisizioni e gli investimenti. A Lineapelle, la fiera milanese che si è chiusa oggi, 27 febbraio, con 1.100 espositori di cui 491 concerie (di queste 281 sono italiane e 121 toscane), le aziende hanno mostrato preoccupazione ma anche dinamismo.

Lineapelle si chiude con +7% di compratori

“In un momento congiunturale complesso come quello attuale – afferma il neo presidente dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno, Riccardo Bandini – la vivacità di Lineapelle è un segnale della voglia di fare dei nostri imprenditori e dell’intero comparto”. Il salone si è chiuso con 25mila operatori professionali, tra cui 18.833 buyer in crescita del 7% sull’edizione di settembre 2024.

La ripresa del mercato è ancora incerta

“Al momento non è possibile prevedere con certezza l’evoluzione del mercato – aggiunge Bandini – soprattutto perché le variabili che lo definiscono sono globali, dalle questioni geopolitiche alle mutate abitudini al consumo o alle scelte di prezzo. Ma tanto più in questo scenario incerto, ci conforta rilevare che dal punto di vista della produzione, Lineapelle conferma l’appeal che le nostre concerie esercitano sul mercato”.

Ristrutturazioni ed espansioni

Un appeal che continua ad attirare (anche) fondi d’investimento, tra cui il francese Pai Partners che ha appena acquisito la conceria Antiba dei fratelli Paolo e Graziano Balducci. In attesa di altre operazioni che potrebbero concretizzarsi presto, diverse concerie continuano a investire per farsi trovare preparate quando scatterà la ripresa. Il Gruppo Nuti Ivo (130 milioni di fatturato 2024), la cui maggioranza è dal 2023 nelle mani del colosso francese del lusso Lvmh, si prepara a ristrutturare completamente la conceria Everest, operazione da dieci milioni di euro che comporterà due anni di lavori. La Conceria Incas di Piero Rosati, 46 milioni di fatturato 2023 con ebitda del 7%, sta completando un magazzino refrigerato di 1.500 metri quadrati per conservare le pelli salate grezze, per un investimento di 1,5 milioni. Investe anche la Bcn di Roberto Lupi, 35,6 milioni di ricavi 2023 con 2,7 milioni di utile netto, che sta ampliando lo stabilimento produttivo di 7mila mq ed entro l’anno concluderà i lavori per farsi trovare pronto alla ripartenza del mercato.

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Silvia Pieraccini

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