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02 dicembre 2025

Caro materiali, in Toscana a rischio 845 cantieri per 5,7 miliardi

Secondo l’Ance regionale i rincari nel settore sono ancora elevati e le coperture sono insufficienti per il 2025-26.

Un cantiere

Un cantiere

Il caro materiali continua a pesare sui lavori pubblici toscani, mettendo a rischio la continuità dei cantieri e la realizzazione degli interventi legati al Pnrr: secondo Ance Toscana, ad oggi mancano stanziamenti adeguati per coprire il fabbisogno sia nel 2025 che nel 2026, mentre si accumulano ritardi nei pagamenti dei ristori già previsti. Una situazione che, senza interventi correttivi, potrebbe rallentare o bloccare centinaia di opere.

I dati delle Casse edili (Cnce_Edilconnect) indicano che in Toscana ci sono circa 845 cantieri attualmente in corso, per un valore complessivo di 5.773 milioni di euro, privi della possibilità di adeguamento prezzi. Di questi, oltre 340 cantieri – per circa 1.800 milioni complessivi – riguardano progetti finanziati dal Pnrr: lo evidenzia la ricerca ‘Cantieri attivi senza meccanismo contrattuale di adeguamento prezzi’ di Ance nazionale. Le imprese, spiega l’associazione dei costruttori, stanno già anticipando risorse ingenti per far fronte ai rincari, con margini di sostenibilità sempre più ridotti.

Prezzi saliti del 30% rispetto al momento delle gare

Il fenomeno dei costi anomali, peraltro, non appare ancora superato. Secondo quanto rilevato dall’Istat, i prezzi di realizzazione delle opere pubbliche risultano oggi superiori del 30% rispetto a quanto previsto nei prezzari vigenti al momento delle gare. Le principali materie prime restano su livelli molto più alti rispetto al periodo prima del Covid: acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%.

Per Ance Toscana, dunque, l’urgenza è duplice: garantire ristori tempestivi e prorogare la misura al 2026. “Se non saranno stanziate risorse adeguate e se non ci sarà la proroga della misura al 2026 diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori”, afferma il presidente dell’associazione, Rossano Massai, sottolineando che “le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie molto rilevanti, non più sopportabili a lungo, con il rischio concreto di una paralisi della filiera e di gravi ripercussioni sugli obiettivi del Pnrr”. (lt)

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