Il correttivo approvato in Consiglio dei Ministri “non risolve le criticità del Codice appalti che da tempo Ance segnala rispetto ad un adeguato riconoscimento dei maggiori costi sostenuti dall’impresa che esegue un appalto”, e dunque “rischia di far fermare i cantieri avviati prima della pandemia e ancora in corso, appaltati con prezzi di materiali inferiori anche del 30% rispetto agli attuali”: è quanto afferma il presidente di Ance Toscana, Rossano Massai, in una lettera a tutti i parlamentari della Toscana carica di preoccupazione per il futuro delle imprese di settore.
“Revisione prezzi, il governo va in direzione contraria”
Al centro delle critiche di Massai c’è la questione della revisione prezzi: “La modifica all’art. 60 del Codice appalti – spiega nella lettera – va nella direzione contraria a quella chiesta da Ance, prevedendo un meccanismo che riconosce l’aumento dei costi sostenuti dall’impresa soltanto nella misura dell’80% della variazione, decurtata di 5 punti percentuali. La norma, rivista nella sua formulazione iniziale, è sempre stata interpretata da Ance nel senso che il 5% fosse una soglia che facesse scattare il meccanismo di revisione e che l’80% dell’aumento, quindi, si calcolasse sull’intero importo; solo in questo senso infatti la norma, comunque restrittiva, avrebbe avuto un effetto realmente revisionale”.
La nuova versione dell’art. 60, invece, “introducendo una sorta di franchigia del 5% – sostiene Massai -, si traduce in un meccanismo che non lascia margini significativi di recupero degli aumenti subiti, anche in una condizione di normale inflazione. Se a questo si accompagna la mancata proroga del Dl Aiuti, misura in scadenza a fine anno che consente alle imprese di recuperare gli aumenti eccezionali subiti dai prezzi dei materiali per gli appalti avviati nel periodo pre-pandemia e ancora in corso, lo scenario che si prospetta è desolante – sottolinea il presidente di Ance Toscana – in quanto senza risorse i cantieri pubblici non potranno far altro che fermarsi”.
Ance chiede una proroga dei ristori del Dl Aiuti
La richiesta è dunque di intervenire sull’art. 60, e garantire la proroga anche per il 2025 delle misure di ristoro del Dl Aiuti. Inoltre, aggiunge il presidente dell’associazione dei costruttori, “ci preoccupa l’assenza di una strategia di investimento del settore che ad oggi sembra essere legata soltanto al Pnrr, in esaurimento di qui al 2026”, e in generale “non si può continuare a far sostenere alle imprese incolpevoli aumenti dovuti a situazioni imprevedibili ed esogene. Senza adeguate risorse, le aziende, già alle prese con i ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, non possono far altro che fermare i cantieri, penalizzando lo sviluppo infrastrutturale del Paese e delle scadenze del Pnrr”.
Leonardo Testai