La presentazione del piani industriale di Alia Multiutility
Nessuna mira espansionistica, nessun aumento di capitale in programma e nessuna quotazione in Borsa: la multiutility a capitale pubblico Alia, pronta a cambiare il nome in Plures a partire dal 1 gennaio 2026, presenta il piano industriale 2025-2029 mostrandosi prudente e accorta, anche perché le tre gambe su cui si regge – rifiuti, energia e acqua – sono in gran parte ancora da stabilizzare (l’azienda energetica Estra è consolidata in bilancio sulla base di un patto di sindacato che scadrà nel giugno 2028; l’azienda idrica Publiacqua opera sulla base di una concessione prorogata fino al 31 dicembre 2025).
500 milioni per l’ambiente, 1,1 miliardi per l’energia, 900 milioni (forse) per l’acqua
Proiettando al 2029 i numeri del 2024 – due miliardi di euro di fatturato, 406 milioni di ebitda e 4.361 dipendenti – Alia assicurà che avrà le risorse per finanziare gli investimenti previsti nel piano industriale: 2,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, di cui 500 milioni per l’ambiente (impianti per riciclare rifiuti differenziati, visto che la Regione Toscana ha detto no a nuovi termovalorizzatori); 1,1 miliardi per l’energia, con un focus sulla realizzazione di impianti rinnovabili, essenzialmente fotovoltaico, non solo in Toscana, per una potenza complessiva di 520 megawatt; 900 milioni di euro per l’acqua, anche se su questo terreno occorrerà capire cosa vogliono fare i Comuni-azionisti di Publiacqua (si è tornati a parlare di ri-pubblicizzazione della società idrica, in alternativa l’ipotesi sembra essere la selezione di un socio privato al 30%).
L’indebitamento aumenterà di 940 milioni di euro
La conferenza stampa di presentazione del piano industriale – alla quale hanno partecipato il presidente di Alia Lorenzo Perra, l’amministratore delegato Alberto Irace, il direttore finanza e controllo Demetrio Mauro e il presidente di Estra, Francesco Macrì – è servita a spiegare come e perché la multiutility può farcela da sola, senza finanziamenti esterni come sarebbe stata la Borsa. Naturalmente questo significa non entrare nel gruppo delle grandi multiutility quotate che da tempo si contendono il mercato e significa anche indebitarsi ancora, dopo i 765 milioni finanziati dalle banche e i 200 milioni di prestito obbligazionario annunciati nel marzo scorso, che coprono – è stato spiegato – gli investimenti del 2025 e del 2026.
“Stiamo lavorando per ottenere il corporate credit rating utile per finanziarsi sul mercato obbligazionario – ha spiegato Irace – e per ottenere il rating Esg per favorire gli investitori interessati a un business sostenibile com’è il nostro”. Il debito – 837 milioni l’indebitamento finanziario netto che risulta nel bilancio 2024 – è destinato ad aumentare di circa 940 milioni ma grazie all’incremento previsto dell’ebitda (da 400 a 650 milioni) “diventerà ancora più sostenibile – ha spiegato Mauro – e il rapporto tra la posizione finanziaria netta e l’ebitda resterà sempre sotto quota tre, un numero di assoluta sicurezza”. L’ipotesi del piano è che ogni anno il 50% degli utili (nel 2024 l’utile netto consolidato è stato 69,7 milioni, quello adjusted è sceso a 40,4 milioni) sia distribuito agli azionisti.
Deficit nel trattamento dei rifiuti indifferenziati
Parlando degli investimenti in programma, Irace ha spiegato che “Alia ha un deficit nel trattamento dei rifiuti indifferenziati”, mentre ha un piano completo per potenziare il riciclo di quelli differenziati; ha sottolineato che “Estra oggi produce poca, pochissima energia e dovrà potenziare la produzione aggiungendo 520 megawatt di potenza”; e ha ammesso che “Alia Multiutility sta mettendo insieme le competenze delle società esistenti per svolgere le funzioni corporate in una situazione di non totale allineamento degli azionisti, che seguono le operazioni con interessi diversi: in Publiacqua abbiamo gli azionisti non totalmente allineati”, ha precisato riferendosi al socio Acea che detiene il 40% ed è contrario a confluire nella Multiutility. Irace ha anche precisato che Alia non si candida ad acquistare le quote di Acea nel gestore idrico Acque spa di Pisa.
Estra conferirà le quote nelle Multiutility? “Non è escluso”
“Il piano industriale è stato approvato dai consigli di amministrazione di Alia e di Estra – ha precisato Perra – ed è basato su una crescita endogena, sulle nostre capacità, è interamente finanziato da noi, senza aumenti di capitale: i finanziamenti deriveranno dai flussi di cassa, dai finanziamenti bancari e obbligazionari per ulteriori 900 milioni di euro”. Infine Macrì ha lasciato, ancora una volta, la porta aperta alla possibilità che i soci di Estra, tra cui Coingas Arezzo che l’ha indicato alla guida della società, possano in futuro conferire le quote nella Multiutility, in modo da rendere più stabile il rapporto avviato. “Non è escluso che il fidanzamento si trasformi in matrimonio”, ha detto senza precisare né date né richieste.
Il commissarimento del Comune di Prato non è di ostacolo
Sulla Multiutility non sembra pesare – a detta dei vertici – il commissariamento in arrivo nel Comune di Prato, azionista di peso del gruppo insieme con Firenze e Empoli, dopo le dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti coinvolta in una inchiesta per corruzione. E anche il ritardo nel trasferimento ad Alia delle partecipazioni nel gestore della depurazione industriale Gida detenute dal Comune di Prato e da Confindustria Toscana nord (45% a testa) è “un fatto meramente tecnico”, da non ricondurre alla mancanza di amministrazione.
Silvia Pieraccini