In parallelo al dibattito sulla reindustrializzazione della Toscana, la tenuta dell’agricoltura regionale torna al centro del confronto fra le categorie e le istituzioni. Coldiretti Toscana ha portato a Firenze 250 tra dirigenti e giovani agricoltori iscritti all’associazione per l’iniziativa ‘L’orgoglio di coltivare il futuro’, a cui ha partecipato una bella fetta della nuova giunta regionale: dal presidente Eugenio Giani al sottosegretario Bernard Dika, dall’assessore all’agricoltura Leonardo Marras a Monia Monni che invece detiene la delega alla sanità. Un tentativo di accordare i suoni all’inizio di un quinquennio che propone sfide significative per il mondo agricolo.
“Agricoltura toscana fragile, il presidio sul territorio arretra”
“Quello che vogliamo fare insieme è provare a cambiare un paradigma di ragionamento e trovare delle soluzioni sartoriali”, ha spiegato Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, tracciando un quadro che, al di là dei numeri economici ancora positivi, è segnato da fragilità strutturali, richieste di supporto nazionale e timori per le nuove regole europee. “L’agricoltura toscana è molto fragile – ha detto -, perché cresce la produzione, cresce il Pil, crescono le esportazioni, ma se guardate nell’arco di 10 anni abbiamo perso il 23% delle imprese e il 15% della superficie agricola: questo è un arretramento di presidio, di territorio, di toscanità, non solo d’economia”.
Per questo “in maniera pressante dobbiamo invertire la tendenza”, ha proseguito Cesani, spiegando che “è fondamentale” l’aiuto del governo nella tutela del made in Tuscany: “L’agricoltura ha bisogno di tutti, in particolare l’agricoltura toscana che è un’agricoltura distintiva, di qualità fatta di particolarismi e di territori. Quindi da sola non va da nessuna parte, è importante che abbia il supporto di risorse e di politiche promozionali importanti di tutto il sistema Paese”. A problemi diversi, sostiene la presidente di Coldiretti Toscana, dobbiamo trovare soluzioni diverse e dobbiamo parlare di futuro, ma non dimenticando che bisogna prima sbarcare questo terribile presente. Perché le nostre imprese in questo momento sono in un mare in tempesta e quindi insieme a delle visioni strategiche di lungo periodo, dobbiamo assolutamente attrezzarci con risposte immediate, che si tratti di risorse, ma si tratti anche di strumenti innovativi, si tratti d’ascolto e d’attenzione”.
“Agricoltura fondamentale per il modello della Toscana”
Sul ruolo dell’agricoltura nel modello di sviluppo regionale si è soffermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che vede nel settore una leva di rilancio: “Nel modello di sviluppo e di rilancio dell’economia toscana l’agricoltura deve rappresentare una parte fondamentale”. Il governatore ha richiamato i punti di forza del sistema, dalla diffusione del biologico al numero elevato di Dop e Igp, sottolineando la necessità di sostenere giovani e nuove imprese nella filiera della trasformazione e della promozione dell’immagine toscana sui mercati.
Una visione condivisa dall’assessore all’agricoltura Leonardo Marras, che insiste sul tema del ricambio generazionale: “Dobbiamo guardare in faccia alla realtà, abbiamo un settore che è molto anziano e dunque dobbiamo rivolgere l’attenzione, se vogliamo guardare al futuro, verso i giovani e verso chi sceglie e sceglierà la terra come il fattore produttivo per la sua vita”. L’assessore individua nelle nuove tecnologie un fattore abilitante per rafforzare competitività e sostenibilità.
Nuova Pac e Mercosur, i timori della Regione
Al centro del dibattito anche l’Europa, con gli effetti della revisione della Pac e dell’accordo Mercosur in fase di gestazione. Per Stefania Saccardi, presidente del Consiglio regionale, l’agricoltura toscana “oggi è un’agricoltura di grande qualità, di grande valore, un’agricoltura che rispetta il territorio, che ha raggiunto il primato nel biologico”, ma le nuove regole in discussione a Bruxelles rischiano di comprometterne i punti di forza. “Immaginare di togliere molte risorse andrebbe a diminuire il valore e la qualità della nostra agricoltura”, ha spiegato Saccardi.
Pure sull’accordo Ue-Mercosur il messaggio dell’ex assessora all’agricoltura è prudenziale: “Dovrebbe essere attenzionato dal punto di vista del rispetto della reciprocità”. I rischi legati ai dossier europei sono stati ripresi anche da Marras, il quale sottolinea come le nuove norme “influenzino davvero in modo significativo” il settore. L’assessore rileva una perdita di centralità della Politica agricola comune, alla quale si affiancano possibili minacce operative, dalla riduzione delle risorse alla maggiore flessibilità (al ribasso) dei meccanismi di protezione per gli agricoltori europei. Da qui la richiesta, già formalizzata dalle Regioni italiane, di una linea comune per difendere ruolo e strumenti della Pac.
Leonardo Testai