Con un’agenda traboccante di impegni la puntualità non è il suo forte, a detta di chi lo segue con regolarità – e infatti i suoi arrivi in ritardo nei primissimi dibattiti a tre hanno fatto notizia -, ma Eugenio Giani si consola con i sondaggi a meno di un mese dalle elezioni regionali nelle quali insegue il bis da governatore della Toscana: la rilevazione dell’istituto Noto, ingaggiato da La Nazione, pone il presidente uscente al 58% delle intenzioni di voto, staccando di quasi 18 punti il principale sfidante Alessandro Tomasi (centrodestra, 40,5%) mentre è nettamente staccata la terza candidata in lizza, Antonella Bundu (Toscana Rossa, 1,5%). Un netto progresso rispetto al 48,6% delle regionali 2020, dove però in coalizione non correvano Avs e M5s.
Fra i partiti, il Pd viene accreditato di un 36% dei consensi, mentre la lista ‘Casa riformista – Eugenio Giani presidente’, che comprende i partiti centristi capitanati da Italia Viva, raggiunge l’8% così come Avs, mentre il Movimento 5 Stelle è al 5%. Nel centrodestra fa la parte del leone col 19% Fratelli d’Italia, il partito del candidato presidente Alessandro Tomasi, la cui lista civica ‘E’ Ora’ viene accreditata al 5,5%, poco sotto la Lega a trazione vannacciana (6,5%), mentre Forza Italia nel sondaggio registra un 9% vicino all’obiettivo della doppia cifra enunciato dal segretario regionale Marco Stella.
Un patto coi Comuni anche per le filiere produttive
Al di là dei sondaggi, Giani in settimana ha incassato l’appoggio alle elezioni di un bel pezzo di ‘Toscana diffusa’, siglando il ‘Patto per le comunità’ insieme a 180 sindaci della Regione, patto che contiene anche l’impegno dei primi cittadini a sostenere la ricandidatura di Giani per il suo secondo mandato da governatore. “Dare tanto spazio ai Comuni nelle loro richieste, nelle loro proposte – si spiega – che possono essere sostenute finanziate dalla Regione, un rapporto diretto fra sindaci, presidente e Giunta regionale per poter essere molto concreti nell’offrire servizi ai cittadini. E poi una campagna di ascolto”.
La Regione, da parte sua, “si impegna a destinare risorse e a promuovere investimenti che rispondano davvero alle necessità dei territori. Ciò significa continuare a migliorare i servizi, il welfare, le infrastrutture, dalla viabilità ai trasporti pubblici fino alle reti digitali, per connettere ogni angolo della Toscana. Significa anche sostenere le comunità locali nella transizione ecologica e nella valorizzazione delle energie rinnovabili”. Inoltre, in un’ottica di sviluppo sostenibile, la Regione e i Comuni si impegnano a sostenere le filiere produttive locali, valorizzare il patrimonio culturale promuovendo un turismo sostenibile, cercando di diventare un laboratorio di welfare innovativo e di prossimità.
Il centrodestra attacca su industria e reddito di cittadinanza
Tomasi, dal canto suo, si è inserito nel dibattito sulla deindustrializzazione della regione, avviato dal Manifesto degli economisti e ripreso dai sindacati. “Vorrei una Toscana che non rinuncia a produrre”, ha detto, al dibattito della Cisl: “Non possiamo permetterci che nessuna azienda abbandoni il territorio – ha aggiunto -, anzi dovremmo diventare attrattori di grandi investimenti, anche utilizzando siti industriali dismessi”.
Per il candidato del centrodestra la sfida più grande “è quella dei giovani, dobbiamo trattenerli qua, è la priorità assoluta. E lo si fa trovandogli un lavoro, giustamente retribuito, un’ottima formazione nella nostra università, ma anche garantendo diritti, primo fra tutti quello alla casa”. Tomasi si detto invece contrario al reddito di cittadinanza regionale annunciato da Giani: “E’ fallimentare, non ho trovato né un imprenditore, né un lavoratore favorevole. Impiegherei invece quelle risorse nella formazione, nella stabilizzazione dei giovani precari nei centri di ricerca”.
Leonardo Testai