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Sviluppo

12 maggio 2025

Università americane, arriva il decreto: niente impronte digitali per chi richiede il visto di studio per l’Italia

Il provvedimento del Governo era fortemente atteso. L’Italia è diventata il primo Paese al mondo per gli studi all’estero degli americani.

Silvia Pieraccini
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Si dissolve l’ombra che rischiava di rallentare la crescita degli studenti americani in Italia, quasi 42mila lo scorso anno accademico, di cui 18mila in Toscana con epicentro a Firenze ma anche ad Arezzo, Siena, Prato, Cortona, Montepulciano, Sansepolcro. La modifica al testo unico sull’Immigrazione (il decreto-legge 145/2024) aveva previsto la raccolta dei dati biometrici anche per gli stranieri che richiedevano il visto per studio, chiamati ad andare personalmente in una sede consolare italiana (negli Usa ce ne sono solo nove) per depositare le impronte digitali. Si era dunque interrotta la pratica delle 150 Università americane con filiale in Italia che richiedevano il visto attraverso una domanda “di gruppo”.

Il decreto esenta alcune categorie di cittadini Usa e degli altri Paesi G7

Il Governo italiano aveva assicurato una deroga per gli studenti internazionali, che ora è arrivata: il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha firmato in decreto ministeriale che esenta alcune categorie di cittadini di Stati Uniti e degli altri Paesi G7 dall’obbligo di rilevare le impronte digitali per la domanda di visti per motivi di studio (e anche per chi presta servizio in strutture militari o richiede un visto diplomatico o per missione). “Il decreto firmato oggi – afferma un comunicato ministeriale dell’8 maggio – permetterà di mantenere la possibilità di inviare per posta la documentazione necessaria per il visto per studio, semplificando le procedure di raccolta delle domande e riducendo il sovraccarico per le sedi consolari”.

Riconosciuta l’importanza delle Università americane in Italia

Applaude Fabrizio Ricciardelli, presidente dell’associazione che rappresenta le Università americane in Italia (Aacupi): “Questa decisione, attesa da tempo da tutti gli operatori del settore, rappresenta un riconoscimento dell’importanza strategica delle istituzioni accademiche americane in Italia – afferma -. Questi programmi non sono solo una significativa risorsa economica per le città che li ospitano, ma contribuiscono in maniera sostanziale alla vita culturale, accademica e sociale delle comunità locali”.

Rafforzato il legame tra Italia e Usa

L’esenzione dal rilevamento biometrico “rafforza il legame tra Italia e Stati Uniti – continua Ricciardelli – rilanciando lo scambio culturale e accademico tra i due Paesi. Lo Study Abroad non è solo un’esperienza formativa per gli studenti, ma un vero e proprio strumento di diplomazia culturale: promuove la conoscenza reciproca, il dialogo interculturale e la costruzione di relazioni durature tra le nuove generazioni”. Via libera dunque alla (prevista) crescita degli studenti americani in Italia, diventata ora la prima destinazione al mondo per gli studi all’estero degli americani, sorpassando per la prima volta nella storia il Regno Unito.

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Silvia Pieraccini

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