Negozi chiusi, presidi davanti alle sedi e un’adesione definita massiccia dai sindacati: lo sciopero del 18 dicembre contro il piano industriale di Unicoop Etruria segna un nuovo passaggio nell’acceso confronto che nell’ultimo mese ha visto su opposte barricate la cooperativa di consumo e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che contestano la strategia della cooperativa nata dalla fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia. La mobilitazione nasce dalla seconda fase del piano industriale 2025-27 di Unicoop Etruria, che a detta dei sindacati mette a rischio qualche centinaio di posti di lavoro con la cessione di 24 punti vendita tra Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, e la riorganizzazione dei magazzini.
Revisione organizzativa per sedi e poli logistici
Più nel dettaglio, per la rete commerciale di Unicoop Etruria sarebbero coinvolti circa 340 lavoratrici e lavoratori legati ai negozi destinati a cessione o uscita dal perimetro cooperativo. I punti vendita interessati sono 24, di cui 12 a marchio Superconti, 6 ex Unicoop Tirreno e 6 ex Coop Centro Italia, con effetti concentrati in particolare in Umbria, Lazio e nelle aree interne delle Marche e dell’Abruzzo. In Toscana è stata annunciata anche la chiusura del negozio di via Pisacane a Grosseto. Le nuove dismissioni, sommate alle precedenti cessioni a Unicoop Firenze, portano a circa 40 supermercati in meno nel giro di pochi mesi.
Alle ricadute sulla rete di vendita si aggiungono quelle sulle strutture centrali. Il piano prevede una revisione organizzativa delle sedi e dei poli logistici, con esuberi stimati tra 180 e 200 addetti tra Vignale Riotorto, dove hanno sede anche gli uffici amministrativi, e Castiglione del Lago in Umbria. Nel complesso, secondo le organizzazioni sindacali, il bilancio occupazionale degli ultimi dodici mesi arriva a sfiorare le 1.500 uscite.
La Regione pronta a un tavolo istituzionale
Unicoop Etruria respinge la lettura sindacale: a giudizio della cooperativa le scelte operate nel piano industriale sono “decisioni ponderate, frutto di analisi approfondite e del senso di responsabilità verso l’intera compagine sociale, finalizzate a salvaguardare la cooperativa nel suo insieme”. La cooperativa, rispondendo ai sindacati, ha spiegato che “non si parla di chiusure dei punti vendita, ma di cessioni” e che ogni operazione sarà gestita “con attenzione ai lavoratori e massima trasparenza”, assicurando risorse per la tutela occupazionale e per la formazione.
Anche i poli logistici di Vignale Riotorto e Castiglione del Lago resteranno strategici secondo Unicoop Etruria, che ha annunciato investimenti per circa 4,5 milioni di euro per l’adeguamento delle strutture dei magazzini, “per rafforzarne il ruolo operativo e garantire un servizio sempre più efficiente”. Per quanto riguarda i supermercati, nel biennio 2026-27 sono previste 18 profonde ristrutturazioni di negozi esistenti, tre nuove aperture di punti vendita in Umbria (Terni, Gubbio, Norcia) oltre 10 milioni di euro di investimenti in sistemi tecnologici, di cui oltre la metà già anticipati nel corso del 2025, e viene confermata la presenza su Roma, con interventi di profonda ristrutturazione su tre negozi sempre nel prossimo biennio.
Mentre i sindacati confermano lo stato di agitazione e valutano ulteriori iniziative di mobilitazione – con altre 8 ore di sciopero ancora a disposizione dei territori – dalla Regione Toscana è arrivata la disponibilità a un tavolo istituzionale per discutere il piano industriale e le prospettive occupazionali. (lt)