Nasce l’Osservatorio territoriale dei fabbisogni professionali del sistema produttivo delle province di Arezzo, Siena e Grosseto: l’iniziativa dedicata al lavoro, presentata oggi da Confindustria Toscana Sud con Irpet, vuole essere un punto di riferimento per le istituzioni che si trovano a pianificare l’offerta formativa, per i giovani che insieme alle loro famiglie devono orientarsi tra i percorsi scolastici, e per le imprese che cercano una risposta ai problemi di reperimento del personale.
La prima parte del progetto ricostruisce il contesto socio-economico territoriale; la seconda parte analizza i fabbisogni espressi dal sistema produttivo; la terza parte analizza i fabbisogni prospettici, quelli che le imprese manifesteranno nel medio-lungo periodo per effetto, ad esempio, delle transizioni ecologica e digitale. Il progetto di ricerca avrò durata triennale.
“Così attenuiamo il gap fra domanda e offerta di lavoro”
“L’Osservatorio che abbiamo voluto creare insieme a Irpet – afferma Fabrizio Bernini, presidente della delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud – servirà a rafforzare il collegamento tra imprese, scuola, giovani e territorio e contribuirà ad attenuare il fenomeno del disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro”. Per l’assessore all’Economia della Regione Toscana, Leonardo Marras, “conoscere i fabbisogni di un sistema produttivo è la base per orientare le politiche pubbliche, ma anche l’occasione per una riflessione affinché siano le imprese stesse a proporre soluzioni”.
Le prime risultanze del lavoro di ricerca, relative ad Arezzo, sono state illustrate da Nicola Sciclone, direttore di Irpet. “Arezzo ha una importante vocazione manifatturiera – ha spiegato -. Rilevanti specializzazioni settoriali che contribuiscono alla generazione di reddito ed occupazione dei territori locali. Quei settori, quelle specializzazioni, chiedono tecnici e professionalità di cui tenere conto per programmare una scelta formativa vocazionale, con corsi Iefp, Its, con appropriati indirizzi nelle scuole tecniche e professionali, che sia adeguatamente qualificata per essere attrattiva e premiante per la popolazione studentesca della provincia”.
Rispetto alle specializzazioni identificate, in un raggio dentro al comune di residenza, il sistema scolastico aretino offre corsi relativi ad agricoltura e industria alimentare, gioielleria, moda (pelletteria e abbigliamento), metalmeccanica, legno e mobile, Ict. Il confronto approfondito tramite focus group fra mondo produttivo ed istituzioni scolastiche, a partire dal quadro qui delineato, può far emergere la presenza di eventuali colli di bottiglia o strozzature dal lato dell’offerta formativa.