Nel primo trimestre del 2025 la domanda di lavoro in Toscana, espressa dagli avviamenti, continua a rallentare, con i nuovi contratti che diminuiscono di 12mila unità, -5,3% sullo stesso periodo del 2024, e l’evidenza di una crisi perdurante nelle lavorazioni legate alla moda: calzature -6,9%, concia -4,7%, pelletteria -4,1%. Lo rivela una nota dell’Irpet, che trova conferma nei dati del centro studi di Confindustria Accessori Moda, secondo cui in Toscana (dove è concentrato oltre il 52% dei 48.184 addetti del settore), si registrano 437 lavoratori in meno nel periodo, corrispondenti a un -1,7% sullo stock di addetti.
Quasi tutte le principali regioni d’Italia, peraltro, mostrano aumenti sostenuti degli ammortizzatori sociali. La Toscana si confermata al primo posto per numero di ore nel settore della pelletteria: poco meno di 5,3 milioni, ovvero oltre il 40% del totale nazionale della filiera, e in crescita del +200,4%. Tre milioni di ore sono state autorizzate per la sola provincia di Firenze. Negativa anche la dinamica demografica, secondo i dati Infocamere: se in Italia si contano 4.486 aziende, tra industria e artigianato, quasi la metà (2.197, il 49%) sono concentrate in Toscana, e il saldo negativo del trimestre a livello regionale è di 24 unità: ma tutte le prime 8 regioni a vocazione pellettiera presentano una flessione.
Calano export e produzione, imprenditori pessimisti
A livello nazionale, nei primi 3 mesi del 2025 sono stati venduti fuori dai confini nazionali beni di pelletteria per 2,44 miliardi di euro, operazioni di pura commercializzazione incluse, con una diminuzione del -8,5% rispetto allo stesso periodo 2024. L’import, dopo la fiammata del 2022 e la leggera contrazione del 2023, nel primo trimestre registra un +4,6% in valore. L’indice Istat del valore delle vendite del commercio al dettaglio in Italia (riferito a ‘pelletteria + calzature’) mostra nel periodo un -4,4% tendenziale. L’indice Istat della produzione industriale riferito all’intera filiera, già disponibile per i primi 4 mesi dell’anno, registra una contrazione a due cifre (-16,4% corretto per gli effetti di calendario) su gennaio-aprile 2024.
Interpellati per una valutazione preventiva, nei mesi scorsi, sul secondo trimestre dell’anno, gli imprenditori italiani della pelletteria si sono dimostrati pessimisti. Solo il 20% ha giudicato l’evoluzione congiunturale in miglioramento rispetto alla frazione precedente; il 55% l’ha ritenuta stabile, ma 1 intervistato su 4 (25%) ha risposto di temere un peggioramento. Le previsioni inerenti all’andamento del fatturato rispetto a un anno addietro presentano anche per il secondo trimestre una stima negativa (-6% tendenziale), solo leggermente meno pesante rispetto alla riduzione indicata per gennaio-marzo. Tali valutazioni, se confermate, porterebbero a stimare l’andamento del fatturato nei primi sei mesi del 2025
in flessione del -6,9% circa sull’analogo periodo dello scorso anno. (lt)