La soluzione per la vicenda Fimer si allontana: il tribunale di Milano ha concesso una proroga di due mesi alla proprietà dell’azienda per presentare una proposta definitiva di concordato preventivo. Una settimana fa il Cda di Fimer aveva presentato al tribunale meneghino la domanda di pre-concordato sullo stabilimento di Terranuova Bracciolini dove si producono inverter per fotovoltaico, chiedendo dunque un termine entro cui predisporre il piano e la documentazione.
I sessanta giorni accordati dal tribunale di Milano – competente territorialmente, poiché la sede legale di Fimer è in Lombardia – riaprono la partita del nuovo socio dell’azienda, e concedono all’attuale proprietà il tempo per analizzare manifestazioni di interesse (due quelle pervenute recentemente) alternative al progetto Greybull/McLaren, verso il quale l’atteggiamento è stato ambivalente, con aperture e chiusure, e nessun accordo concretizzato.
Il contesto rimane caratterizzato dallo sciopero a oltranza dei dipendenti di Terranuova Bracciolini, con l’occupazione della fabbrica. La necessità, secondo i sindacati, è capire se i dipendenti vogliono o no rientrare al lavoro: la decisione sarà presa con un’assemblea. “Alla luce della proroga dei 60 giorni che il tribunale ha concesso all’azienda per presentare una proposta definitiva di concordato preventivo, due mesi di tempo non li abbiamo”, ha detto la segretaria della Fim Cisl di Arezzo, Ilaria Paoletti.