L’effervescenza immobiliare in atto nei Paesi arabi, a partire dall’area del South Arabia, attira l’azienda tessile pratese Lyria di Riccardo Bruni, che da qualche anno ha affiancato alla produzione di tessuti per abbigliamento ad alto contenuto innovativo una linea di tessile per la casa, anch’essa caratterizzata da una forte creatività che Bruni definisce “senza limiti”, “senza schemi”, “senza tempo”, fondata “sulla bellezza dell’imperfezione”.
Venti studenti di interior design ospiti dell’azienda
Proprio per qualificarsi sul mercato arabo, Lyria ha promosso un workshop che per una settimana vedrà ospitare nell’azienda tessile che ha sede a Montemurlo una decina di studenti di Architettura e Interior design del Politecnico di Milano insieme con una decina di studenti della Prince Sultan University di Riyad. L’idea è quella di farli lavorare gomito a gomito, divisi in gruppi misti, per dar vita a prodotti destinati all’arredo che guardino al riuso, al riciclo e in generale alla sostenibilità, fatti utilizzando prevalentemete gli scarti dell’azienda e calcolando il life cycle assessment (Lca), l’impatto ambientale dell’intero ciclo produttivo.
Partire dalla cultura di prodotto
“Se vogliamo far conoscere i nostri tessuti – spiega Riccardo Bruni – dobbiamo partire dalla cultura, dobbiamo far capire come nascono e come vengono realizzati. Per questo i ragazzi studieranno i materiali, andranno nella nostra tessitura e rifinizione, si lasceranno ispirare. Noi speriamo che, una volta diventati interior designer, possano far entrare i nostri tessuti nei resort e nelle abitazioni che progetteranno”.

Fatturato a 21,7 milioni, l’arredamento per adesso vale 1 milione
Lyria sta puntando con decisione sui tessuti per arredamento, che oggi valgono poco più di 1 milione di euro sui 21,7 milioni di fatturato 2024, ma ottenuto con clienti prestigiosi. L’azienda, nata nel 2002 dall’incontro tra il tecnico tessile Riccardo Bruni e lo stilista-imprenditore Nino Cerruti (che è rimasto in società fino al 2016), ha seguito l’insegnamento del “maestro di stile” biellese che diceva: “Dovete fare le cose seriamente”. Lyria è una spa con un consiglio di amministrazione aperto agli esterni alla famiglia, tra cui la direttrice finanziaria Cristina Catani; vanta il rating di legalità; è certificata sulla parità di genere; redige un report di sostenibilità; investe fortemente sulla formazione dei 32 dipendenti; tutelato la proprietà intellettuale delle proprie fantasie di tessuti e ha registrato sette brevetti su tessuti innovativi. Quest’anno l’azienda – che esporta il 60% dei ricavi soprattutto in Francia e Usa e ha clienti come Bottega Veneta, Prada, Armani, Dior, Chanel – prevede un leggero calo di fatturato tra il -3 e il -5%, legato all’instabilità economica, alla crisi del lusso e ai dazi, calo che però potrebbe ridursi o azzerarsi entro dicembre. “Siamo fiduciosi – spiega Cristina Catani – il clima di instabilità non aiuta, ma il fatto di fare un prodotto dalle caratteristiche uniche ci dà una marcia in più”.
Una nuova sede da 10mila metri quadrati
Per completare il progetto di azienda che ha in mente da anni, Riccardo Bruni sta cercando un nuovo stabilimento: “Vorrei una sede di almeno 10mila metri quadrati (oggi sono 6.500 ndr) – spiega Bruni – non solo per poter esporre il nostro archivio formato da 33mila pezzi, da cui è possibile trarre ispirazione per fare nuovi tessuti, ma anche per permettere ai dipendenti di portare il cane al lavoro o i bambini a un futuro asilo aziendale, e magari per affiancare a ciascun dipendente un ragazzo che ha problemi ad integrarsi, e far capire così quanto siamo fortunati”.
Silvia Pieraccini