Tessuti Busatti
Nel 2023 è diventata società Benefit, inserendo nelle statuto aziendali gli obiettivi di beneficio per l’ambiente e la comunità (accanto a quelli di profitto). Ora Busatti, piccola azienda familiare di tessuti per arredamento made in Italy di Anghiari (Arezzo), che ha una tradizione lunga più di 180 anni (nel 1842 iniziò la tessitura di panni grossolani di canapa) redige la sua prima relazione di impatto, come previsto per le società Benefit, indicando gli obiettivi raggiunti in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale e quelli futuri. “Un documento che non rappresenta una mera formalità – afferma l’amministratore unico Livio Sassolini, ottava generazione della famiglia alla guida – ma una roadmap volta a guidare il nostro agire futuro”.
Solo fibre naturali: cotone, lino e lana
La relazione d’impatto riepiloga la filosofia di Busatti (2,2 milioni di euro di fatturato 2022, secondo l’ultimo bilancio depositato, con una ventina di addetti) e il percorso intrapreso verso la sostenibilità: l’azienda tesse fibre naturali (soprattutto cotone, lino e lana), utilizzando varietà e tecniche che conferiscono resistenza, e realizza prodotti di alta qualità e lunga durata, contrapponendosi all’usa-e-getta tipico del fast fashion. Per tingere si affida a un terzista attento all’impatto ambientale, mentre tutto il processo produttivo è realizzato da artigiani che operano nel raggio di 80 chilometri. I tessuti prodotti sono destinati all’arredamento, tavola, letto, bagno, cucina, bambino, tende, ma anche confezionati per fare accessori tessili, dalle tovaglie alle coperte.
Avviato il percorso verso la certificazione BCorp
Come azienda attenta al contesto sociale, Busatti collabora con varie associazioni del territorio e con le scuole per percorsi di alternanza scuola-lavoro e visite guidate, privilegia l’assunzione di personale locale, sponsorizza iniziative e festival locali. Sul fronte ambientale, l’azienda nel 2023 ha ridotto del 4% i consumi di elettricità fornita dalla rete (che proviene al 92% da fonti rinnovabili); ha aumentato del 19% l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico presente nello stabilimento di San Giustino, riducendo le emissioni di gas serra; ha ridotto del 13% i consumi di gas. Infine, le finalità di “beneficio comune” comprendono azioni come la vendita diretta di scampoli di tessuti (857 kg venduti nel 2023), che riduce gli scarti di produzione; la nascita nel 2023 di un laboratorio di ricerca e sviluppo che sperimenta tecnologie ecosostenibili; iniziative per sostenere il benessere fisico e mentale dei collaboratori e per rafforzare i legami interni attraverso il team building; benefit aziendali (buoni spesa o buoni carburante) che nel 2023 hanno rappresentato il 16% dell’utile netto. Ora Busatti ha avviato anche il percorso verso la certificazione B Corp (rilasciata da B Lab), uno degli standard più elevati a livello mondiale di misurazione delle performance Esg (environmental, social, governance).
Un approccio sostenibile che viene da lontano
Il percorso di Busatti verso un modello di business sostenibile è iniziato molti anni prima della sua trasformazione in società Benefit, con l’installazione di un impianto fotovoltaico (nel 2008); l’anticipo del Tfr ai propri dipendenti (nel 2020); la fabbricazione di mascherine chirurgiche allo scoppio del Covid (2020); il lancio di una collezione in fibra di alga e cotone (nel 2021); la sostituzione delle caldaie a gas (2021-2022); il finanziamento di restauri di opere d’arte (2022).
Silvia Pieraccini