L'autovelox Safedrive di Sodi Scientifica, in grado di rilevare se il conducente utilizza cellulari alla guida o se non usa la cintura di sicurezza
Aumenta la confusione sulle multe per eccesso di velocità inflitte con l’autovelox, soprattutto dopo le due sentenze della Corte di Cassazione che nei giorni scorsi hanno ribadito la necessità che l’apparecchio sia approvato e anche omologato dal ministero (ma il decreto che dovrebbe stabilire i criteri per l’omologazione non è mai stato varato), senza però chiarire una volta per tutte quali sono i requisiti che servono per annullare le multe (in una sentenza basta la mancata omologazione dell’apparecchio, nell’altra serve anche la querela di falso contro chi ha redatto il verbale).
La richiesta dell’omologazione ha seminato incertezza
In questo caos – partito nell’aprile 2024 quando la Cassazione stabilì che approvazione e omologazione sono procedimenti diversi, e che mancando l’omologazione dell’autovelox le multe sono da annullare – è difficile capire come muoversi anche per gli addetti ai lavori, primo fra tutti l’azienda fiorentina Sodi Scientifica (quattro milioni di fatturato 2024) che l’autovelox lo ha inventato nel 1966. “Da un anno a questa parte la materia è molto ingarbugliata – afferma Paolo Sodi, presidente e amministratore delegato di Sodi Scientifica – perché la Corte di Cassazione ha prescritto l’omologazione degli apparecchi oltre all’approvazione, mentre i ministeri dell’Interno e dei Lavori pubblici hanno sempre considerato uguali questi due procedimenti. In assenza di direttive certe oggi è difficile muoversi: come fai sbagli. Naturalmente questa situazione non aiuta il nostro lavoro e non aiuta la sicurezza stradale, visto che l’autovelox serve anche per migliorare questo aspetto”.
Al via la sperimentazione di strumenti che rilevano l’uso del telefonino alla guida
La conseguenza è che le pubbliche amministrazioni, prime acquirenti dei rilevatori di velocità, hanno in gran parte bloccato gli acquisti. “E noi per tamponare questa contrazione già da tempo stiamo lavorando di più con l’estero – spiega Sodi – e stiamo sviluppando strumenti nuovi che non richiedono autorizzazioni ministeriali come quelli che rilevano, tramite fotografie selezionate dall’intelligenza artificiale, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o l’uso di telefonini alla guida. In questo caso non c’è rischio di smentita perché l’infrazione è accertata dalla foto”. Questo speciale autovelox, battezzato Safedrive, è già in via di sperimentazione in alcune città come Figline Valdarno e Prato. “Di fatto stiamo riposizionando il nostro business – conclude Sodi – puntando sull’estero e su nuovi prodotti:
Silvia Pieraccini