La manifestazione a Firenzee
E’ stata una giornata di sciopero nazionale per tutti i settori privati, uno stop al lavoro di 4 ore indetto da Cgil e Uil (8 ore per il settore edile). Cisl non ha partecipato, ha invece comunicato che il suo segretario regionale, Ciro Recce, si è dimesso per raggiunti limiti di mandato. Fino al 2025 la Cisl Toscana sarà dunque guidata da un reggente. Tornando allo sciopero, la protesta di sindacati e lavoratori ruotava intorno alla piaga dei morti sul lavoro, chiedeva una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale e di fare impresa. Nell’occasione, si sono svolti vari presìdi e cortei nei territori della regione, mentre a Firenze ha avuto luogo l’assemblea generale di Cgil Toscana e di Uil Toscana, presso l’Auditorium al Duomo, con apertura di Paolo Fantappiè (segretario generale Uil Toscana), interventi di delegate e delegati, conclusioni di Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana).
I primi dati sullo sciopero dicono dell’ottima riuscita della protesta. Altissima adesione (punte del 90%) nelle cave lucchesi e carraresi, alta adesione media nel metalmeccanico, buona adesione nell’edilizia, adesione importante nei servizi (sul 70%), buona adesione in commercio e turismo, adesione media tra il 70 e l’80% tra in pelletteria-elettrico-calzaturiero-vetro-gomma plastica, buona adesione (con punte del 100%) in merci e logistica. Lo sciopero nei trasporti su gomma è previsto nel pomeriggio-sera.
“Le morti sul lavoro sono inaccettabili”
“Le morti sul lavoro sono inaccettabili – ha ammonito il segretario della Cgil toscana Rossano Rossi-, oggi abbiamo scioperato e dalla Toscana si alza un messaggio forte verso il Governo e le controparti: ascoltateci. Inoltre sabato 20 aprile saremo in piazza a Roma, perché tutta questa situazione è determinata da leggi sbagliate, da controlli insufficienti, da mancata formazione, in un contesto del mondo del lavoro che è caratterizzato da precarietà e bassi salari, terreno ideale per favorire gli infortuni sul lavoro. C’è anche la necessità di una giusta riforma fiscale. I servizi si garantiscono se le tasse che ci sono nel Paese vengono pagate in maniera equa, progressiva e soprattutto da tutti, altro che la flat tax del Governo”. Dal canto suo Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana, ha detto che “la strage di Suviana non è una semplice fatalità: quando non vengono rispettate le norme sulla sicurezza sono omicidi sul lavoro. Chi non le rispetta non deve più lavorare: niente appalti pubblici o privati. Serve cambiare completamente la cultura della sicurezza in questo Paese. Noi continueremo a combattere questa battaglia, la mobilitazione con la Cgil andrà avanti finché non arriveranno risposte. Non solo sulla sicurezza, ma anche per un lavoro stabile e di qualità, per una sanità veramente pubblica e universale, per un fisco equo e in generale per un nuovo modello sociale”.
Presidi e mobilitazioni in tutta la regione
In Toscana, ad Arezzo c’è stato un presidio fino alle 17 in piazza San Jacopo; a Le Sieci (Pontassieve) un concentramento in via Bellini angolo via Puccini, con corteo e comizio conclusivo al circolo Primo Maggio in via Mascagni; a Empoli presidio in piazza Vittoria. Per Le Sieci e Pontassieve si tratta di due luoghi che nei giorni scorsi sono stati teatro di gravi infortuni sul lavoro (nel primo caso, mortale). A Grosseto previsto un presidio in piazza fratelli Rosselli fino alle 12; a Livorno alle 9 è partito un corteo con concentramento davanti alla raffineria Eni; a Lucca c’è stato un presidio davanti alla Prefettura in piazza Napoleone così come a Massa davanti alla Prefettura in piazza Aranci. A Piombino (Li) fino alle 13 si è tenuta un’iniziativa presso saletta Quartiere Salivoli, mentre a Pisa (località Montacchiello) c’è stato un presidio-volantinaggio Filt Cgil-UilTrasporti presso magazzino Amazon ore 9-12; a Navacchio (Cascina) nella zona dell’area commerciale dei Borghi con volantinaggio itinerante di Filcams Cgil-UilTucs. A Poggibonsi corteo con partenza da in piazza Matteotti, a Chiusi Città e Montepulciano presìdi con volantinaggi davanti agli istituti scolastici superiori.
Le ragioni della protesta dei lavoratori
Secondo Cgil e Uil “c’è la necessità, sempre più impellente, di combattere davvero le morti sul lavoro. La salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa”. E’ necessario, quindi, “cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato; superare il subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati”. E, siccome “non si può andare al lavoro senza una formazione adeguata”, serve il diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori. “Occorrono – dicono – una vera patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza”.
E’ necessaria, inoltre, una seria riforma fiscale. “Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute” denunciano Cgil e Uil. E l’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno. “La delega che il governo sta applicando – spiegano – invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce nuove sanatorie, condoni e concordati. Inoltre non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziare e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. Questa impostazione del governo va contrastata ed invertita”. I sindacati chiedono un nuovo modello sociale e di impresa e spiegano: “Bisogna rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del governo e delle imprese il valore del lavoro, a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”. (redgs)