Innovazione di prodotto e apertura a nuovi mercati: sono queste le direttrici su cui si muove Rcr Cristalleria Italiana, che a Host Milano 2025 ha presentato la nuova linea Infusion e l’ampliamento della gamma Timeless, segnando un ulteriore passo nel percorso di diversificazione di prodotti e di consolidamento nei segmenti premium del vetro per l’arredo tavola. “Il vetro è un materiale nobile e sostenibile, riciclabile all’infinito e divertente”, osserva l’amministratore delegato di Rcr, Roberto Pierucci, al timone dal 2010.
La società, che produce interamente a Colle Val d’Elsa e impiega 300 addetti diretti più 200 nell’indotto, si conferma tra i simboli del made in Italy nel mondo, con oltre l’80% del fatturato realizzato all’estero in 100 Paesi – in testa Stati Uniti, Regno Unito ed Egitto. Dopo un 2024 chiuso con ricavi per 45,1 milioni di euro e un Ebitda margin del 15%, l’azienda prevede per il 2025 un rallentamento del 5-6% a causa delle tensioni geopolitiche, dell’aumento dei costi energetici e dei dazi sulle esportazioni, in particolare verso gli Usa.
Nuovi segmenti e linee di prodotto
A Milano Rcr ha svelato due progetti strategici: il lancio della linea Infusion, dedicata al consumo di bevande calde, e l’ampliamento della gamma Timeless, una delle più iconiche del marchio. “Il nostro modello di crescita – afferma Pierucci – si fonda su un investimento continuo in innovazione e R&D, con un focus preciso sull’evoluzione dei consumi e dei comportamenti. Non ci limitiamo a seguire i trend: li anticipiamo, proponendo soluzioni che valorizzano anche i contesti in cui il consumo di alcol è assente o limitato”.
I nuovi prodotti della linea Infusion nasce per intercettare la crescita del mercato mondiale degli hot drinks, settore che comprende caffè, tè e tisane: prodotti che insieme, ricorda Rcr, rappresentano alcune delle bevande più consumate e ad alto valore di esportazione a livello globale. L’obiettivo è unire funzionalità e design italiano, offrendo tazze e bicchieri in Luxion, il vetro sonoro superiore brevettato da Rcr e interamente riciclabile.
Export e mercati Mena in crescita
Il potenziale di espansione a giudizio dell’azienda resta elevato, in particolare nei mercati Mena (Middle East and North Africa) e nell’hotellerie di fascia alta, dove la domanda di prodotti di lusso e sostenibili cresce in modo costante. “L’export italiano di Rcr nel settore dell’ospitalità – spiega Fabio Lupi, direttore commerciale e marketing – è supportato da strategie di internazionalizzazione mirate, campagne di comunicazione e partnership locali. Siamo leader nel mondo mixology e stiamo adattando l’offerta alle nuove dinamiche di consumo No/Lo (No alcol, Low alcol)”.
Le vendite nei Paesi dove il consumo di alcol è vietato o fortemente limitato si stanno consolidando grazie a un approccio che valorizza anche le bevande analcoliche. “Abbiamo un’ottima distribuzione – sottolinea Pierucci – nei paesi dove il consumo di alcol è vietato o fortemente limitato. Non è affatto un paradosso. Da anni Rcr è promotrice di un progetto culturale legato al bere consapevole e al consumo no-alcol. Abbiamo investito nella ricerca e nello sviluppo di calici e bicchieri pensati non solo per valorizzare vini e cocktail tradizionali, ma anche per esaltare le caratteristiche organolettiche di cocktail analcolici e vini dealcolati”.
Nuovi mercati e sostenibilità industriale
Il piano strategico al 2029 di Rcr punta su Cina, Corea, Hong Kong, Paesi del Maghreb, Nord Europa, Sud America e Medio Oriente, con investimenti mirati per rafforzare la presenza commerciale e ampliare la gamma dei prodotti in nuovi segmenti, come quello dei bicchieri da birra. “Ogni nostra proposta – sottolinea Pierucci – nasce ascoltando le esigenze dei professionisti, perché solo così possiamo offrire soluzioni davvero utili e riconoscibili, trasformando il contenitore in uno strumento tecnico”. Tutta la produzione è realizzata a Colle Val d’Elsa, in forni elettrici attivi fin dagli anni Settanta, una scelta che conferisce al processo produttivo un’impronta green e una maggiore efficienza energetica.
Leonardo Testai