L’industria di Lucca supera i livelli pre-Covid, mentre Pistoia e (soprattutto) Prato segnano ancora il passo. Questo lo scenario dipinto dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, che ha reso noti i dati della produzione industriale 2021 nei territori di competenza. Dunque, se il 2021 ha visto un incremento della produzione del 7,1% rispetto all’anno precedente, il 2020, il confronto col 2019 evidenzia ancora un -4,7%.
Lucca nel 2021 arriva a superare leggermente (+0,6%) i livelli produttivi del 2019, trascinata soprattutto da chimica-plastica-farmaceutica e in minor misura dall’alimentare e dalla produzione di macchine. Pistoia contiene la perdita nell’ordine di un -5,3%, contando sulle buone prestazioni della meccanica e, secondariamente, di chimica e plastica, mentre settori come la carta e la moda presentano segni negativi. La lentezza del sistema moda nel recuperare posizioni determina il risultato negativo di Prato, che è ancora al -13% sul 2019. Per l’export, i dati sui primi 9 mesi dell’anno evidenziano un +14,6% rispetto allo stesso periodo 2020, con un risultato inferiore solo dello 0,9% rispetto al 2019.
Bene gli ordinativi, ma il costo dell’energia fa paura
Incoraggianti sono le indicazioni sugli ordinativi e sulle previsioni per i primi mesi del 2022: nell’indagine condotta fra gli imprenditori, il saldo fra le percentuali di risposte “aumento” e “diminuzione” della produzione date dalle aziende segna un +19, confermato dal +8% degli ordinativi raccolti nel 4/o trimestre 2021 rispetto allo stesso trimestre del 2020. Fra i macrosettori è la moda a indicare la percentuale più elevata di ordinativi, +14% rispetto al 4/o trimestre 2020, seguita a ruota da chimica-plastica-farmaceutica con +13% e dalla metalmeccanica con +8,5%.
Costo dell’energia e materie prime rimangono due fattori che potrebbero frenare la ripresa. “Per quell’autentico dramma che è rappresentato dai costi energetici – afferma il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini – occorre potenziare la produzione di gas nazionale e insistere sulle fonti rinnovabili, come il Governo si è ripromesso di fare, sperando che questo avvenga presto; sui fondi europei tradizionali per il sostegno all’innovazione, all’internazionalizzazione e ad altri aspetti dell’attività aziendale ci aspettiamo bandi che arrivino tempestivamente e che siano impostati all’insegna della sburocratizzazione”.