“Entro la metà del mese di novembre sarà firmato l’accordo di programma col Governo. A quel punto, secondo quanto appreso e concordato, il Comune di Piombino farà la variante urbanistica che ci permetterà finalmente di cominciare i lavori di ristrutturazione del treno rotaie. Non vediamo l’ora di cominciare a realizzare ciò che abbiamo pianificato”. Così Marco Carrai, presidente di Jsw Steel Italy, ha annunciato sul Sole 24 Ore del 29 ottobre l’attesa sottoscrizione dell’atto che vincolerà l’acciaieria ex-Lucchini di Piombino agli impegni presi nei mesi scorsi: l’ammodernamento del laminatoio ferroviario, costo stimato 143 milioni (di cui 33 di sovvenzioni pubbliche), durata prevista 18 mesi, obiettivo passare da 320mila a 600mila tonnellate di rotaie prodotte all’anno aumentandone la lunghezza da 108 a 120 metri.
I sindacati temono che salti il rilancio del polo siderurgico
E’ l’investimento che i sindacati temono di veder saltare, come hanno ribadito nei giorni scorsi quando l’ennesimo tavolo al ministero si è concluso senza la presentazione del piano industriale da parte di Jsw. Il timore dei sindacati è anche quello di veder saltare, a catena, l‘investimento-monstre (2,5 miliardi di euro) progettato dagli ucraini Metinvest con i friulani Danieli, intenzionati a costruire una nuova acciaieria alimentata da un forno elettrico. I due investimenti sono infatti legati sia dall’accordo sull’occupazione firmato l’estate scorsa, che prevede il mantenimento di 500 dipendenti da parte di Jsw (mentre gli altri 800 dovrebbero passare a Metinvest, ndr); sia al passaggio da Jsw a Metinvest delle aree su cui costruire la nuova acciaieria, che è stato concordato ma non è ancora avvenuto. “Chiediamo al Governo di vigilare perchè ci risulta l’interesse di altri gruppi sul treno rotaie: non vorremmo arrivare a rimettere tutto in discussione”, afferma Lorenzo Fusco, segretario Uilm Piombino-Livorno. I sindacati hanno già avviato riunioni con i lavoratori e tra le varie sigle per definire le azioni da intraprendere. Considerato che la Magona, l’altra acciaieria piombinese che produce acciai piani e che fa capo al gruppo anglo-indiano Liberty Steel è in crisi e in cerca di compratore, il futuro di Piombino torna a essere incerto.
Silvia Pieraccini