Dopo un 2023 non entusiasmante, la prima metà del 2024 conferma le aspettative di un andamento debole dell’economia toscana: l’aggiornamento congiunturale elaborato dalla Banca d’Italia segnala per il primo semestre un aumento del Pil dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, allineato al dato nazionale. “Questo contesto di ulteriore rallentamento – spiega Silvia Del Prete, capo divisione Analisi economiche e ricerche della sede di Firenze di Bankitalia – è stato determinato dalla decelerazione della domanda globale, e anche dal quadro di forte incertezza legato all’evoluzione della situazione geopolitica internazionale, però le dinamiche sono state eterogenee tra i principali settori”.
Quasi metà industrie lamenta un calo di fatturato
La flessione dell’attività industriale, secondo quanto emerge, si è intensificata: nei primi tre trimestri dell’anno, in base al Sondaggio della Banca d’Italia, il fatturato a prezzi correnti è diminuito rispetto allo stesso periodo del 2023 per quasi la metà delle aziende (circa un terzo lo scorso anno). Il saldo tra i casi di aumento e quelli di riduzione è risultato negativo per 20 punti percentuali (26 punti in termini di quantità vendute). La dinamica sfavorevole ha interessato specialmente le imprese più piccole e quelle operanti nel comparto della moda.
L’indebolimento ciclico e l’elevata incertezza hanno frenato l’attività di investimento: secondo il Sondaggio della Banca d’Italia i piani formulati a inizio periodo, che prevedevano un calo del 7% in termini reali, sono stati confermati o rivisti al ribasso da quasi 9 imprese su 10. Nelle previsioni formulate dalle imprese tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, oltre metà delle aziende si attende una stabilità del fatturato nei successivi sei mesi e il saldo tra aumenti e riduzioni è negativo per 5 punti. E non è previsto un recupero degli investimenti: oltre l’80% degli operatori ha dichiarato che l’ammontare della spesa nel 2025 rimarrà stabile oppure si ridurrà.
I servizi frenano, le opere pubbliche no
L’attività del terziario si è ulteriormente indebolita, condizionata dalla dinamica dei consumi. Secondo il Sondaggio della Banca d’Italia il fatturato a prezzi correnti si è mantenuto stabile per circa la metà delle aziende nei primi tre trimestri del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023; il saldo tra i casi di incremento e quelli di riduzione, positivo per circa 20 punti percentuali, è più contenuto rispetto all’analogo dato dello scorso anno, e si contrarrebbe ulteriormente nei prossimi mesi. I flussi turistici nelle strutture ricettive tradizionali si sono nel complesso ridotti: la crescita della componente straniera non ha pienamente compensato il calo di quella domestica.
Al contrario, e malgrado l’affievolirsi dei bonus fiscali, nel settore edile l’attività ha continuato a crescere: il comparto pubblico ha beneficiato dell’aumento dei lavori riconducibili a nuove opere, in parte connessi con l’attuazione del Pnrr. Le ore lavorate riferite alle imprese iscritte alle Casse edili, secondo i dati diffusi dall’Ance, sono aumentate del 5,8% rispetto all’analogo periodo del 2023. Anche i lavoratori impiegati hanno seguito una dinamica simile (6,1%), mentre la crescita delle imprese iscritte alle Casse edili è stata più moderata (1,5%).
Calano le assunzioni nette, non il potere d’acquisto
Nel primo semestre 2024 l’occupazione in Toscana è aumentata del 2,9%, dato superiore a quello medio nazionale, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 4,5%. “Non abbiamo in questa fase gli elementi per capire che tipo di occupazione sia – sottolinea Del Prete – abbiamo però degli indizi che derivano da altre fonti informative: ad esempio le assunzioni nette nella prima parte del 2024 sono in calo rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, soprattutto nei contratti a tempo indeterminato, nei servizi e nell’industria manifatturiera; e cresce anche l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, soprattutto in quei comparti della manifattura che sono legati al sistema moda”.
E’ continuata la crescita del reddito a valori correnti delle famiglie toscane (3,5%), che ha beneficiato anche della prosecuzione della fase espansiva dell’occupazione. Nonostante il recupero del potere di acquisto dei redditi, aumentati in termini reali del 2,2% anche grazie al forte calo dell’inflazione, i consumi hanno ulteriormente rallentato. L’indebitamento delle famiglie è cresciuto, sia nella componente del credito al consumo (7,1%) sia in quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni (0,5%). Al contrario, il credito alle imprese registra una contrazione (-3,6%). (lt)