L'800esca Villa Basilewsky di fronte alla Fortezza da Basso a Firenze
Sembra una storia surreale, e invece è tutto vero: la vendita dell’ottocentesca Villa Basilewsky di Firenze da parte della Regione Toscana – che nel giugno 2020 l’ha aggiudicata per 8,9 milioni di euro alla società romana Camuela Italia con strascico di polemiche (sembrava che la nuova proprietà volesse realizzarvi un resort, ma il Comune di Firenze si oppose al cambiamento di destinazione d’uso che è socio-sanitario) – non si è mai realizzata. E il motivo è sorprendente: la Regione Toscana non poteva vendere Villa Basilewsky, che si trova di fronte alla Fortezza da Basso, perché non ne era proprietaria.
Il contratto con l’Asl 10 non aveva sprigionato effetti
Il contratto con cui l’ente regionale aveva comprato la villa nell’aprile 2010 dall’Azienda sanitaria 10 Firenze (oggi Asl Toscana Centro) per 20 milioni di euro non aveva infatti sprigionato effetti perché non era stato notificato alla Soprintendenza che, trattandosi di bene d’interesse storico-artistico, avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione. Della mancanza si è accorto, nel marzo 2022, il notaio incaricato dalla società Camuela Italia della stipula del rogito.
Una denuncia tardiva, una prelazione non esercitata, un atto integrativo non sottoscritto
La conseguenza di questo pasticcio è stata pesante. La Regione ha tentato di rimediare adottando un decreto dirigenziale (21463 del 24 ottobre 2022) che rivela in realtà una denuncia alla Soprintendenza fatta in ritardo (nel maggio 2010), cui non è seguito alcun esercizio della prelazione; ma non è seguita neppure la (necessaria) sottoscrizione dell’atto Asl-Regione che avrebbe dovuto certificare l’avveramento della condizione sospensiva, e dunque l’efficacia della compravendita. Nessun riferimento è contenuto nel decreto dirigenziale a errori commessi o risarcimenti da chiedere. Il documento ammette solo che “è necessario perfezionare l’atto di acquisto del complesso immobiliare” e decreta di “provvedere alla firma dell’atto di avveramento di condizione sospensiva” tra Asl e Regione. La firma c’è stata l’anno scorso, il 17 gennaio 2023.
Ora Camuela Italia si rifiuta di firmare la compravendita
Tutto risolto? Neanche a parlarne. A distanza di anni dall’offerta fatta, la società Camuela Italia – che nel giugno 2020 aveva versato una caparra confirmatoria di 300mila euro – si rifiuta di firmare il contratto di compravendita di Villa Basilewsky, nonostante l’intimazione della Regione che l’ha diffidata alla stipula (entro il 15 novembre scorso). Per tutta risposta, Camuela Italia ha citato in giudizio la stessa Regione adducendo – spiegano fonti regionali – irregolarità urbanistiche-edilizie-catastali che pregiudicherebbero l’atto di alienazione. La Regione si è costituita in giudizio rigettando tutte le richieste, e chiedendo la condanna al risarcimento del danno e l’obbligo di stipulare il contratto di compravendita. Cosa che, a questo punto, sembra alquanto lontana.
Si torna alla casella di partenza
E così, dopo anni di abbandono e di occupazioni abusive, il complesso immobiliare di Villa Basilewsky, settemila mq di superficie lorda e tremila mq di pertinenze, ritorna alla casella di partenza. E pensare che la villa era stata donata alla città di Firenze dalla famiglia del diplomatico e collezionista russo Aleksandr Petrovi Basilewsky (che a metà 800 l’aveva fatta costruire per le vacanze) per farne un luogo socio-sanitario. Il rischio è che ora sia tutto da rifare, e che l’errore nella compravendita Asl-Regione sia costato davvero caro.
Sul sito della Regione, intanto, Villa Basilewsky risulta (di nuovo) tra gli immobili di proprietà alienabili, per i quali si può presentare un’offerta.
Silvia Pieraccini