La quotazione in Borsa della Multiutility Toscana in prospettiva 2025 non s’ha da fare: è la posizione (già nota) della Cgil regionale e del Coordinamento regionale Comitati e Associazioni no Multiutility, che raduna una ventina di sigle in tutto. La novità è l’incontro che si è svolto a Firenze fra il segretario generale Rossano Rossi, affiancato da Fabio Berni e Maurizio Brotini, e i rappresentanti dei comitati, quasi a suggellare un’alleanza contraria al progetto di sbarco a Piazza Affari, che secondo il management dell’azienda, e i sindaci promotori del progetto, è la via migliore per acquisire la forza finanziaria che serve per investire.
“Ripubblicizzare tutti i servizi essenziali”
La quotazione in Borsa della Multiutility Toscana, secondo i comitati, rappresenta infatti “un serio pericolo per la tutela dei beni comuni, per il contenimento delle tariffe, per la tutela delle condizioni lavorative e per il ripristino del controllo pubblico”. La proposta è quella di “una reale pubblicizzazione di tutti i servizi essenziali, a partire dall’acqua, nel vero rispetto del parere dei cittadini espresso con il referendum” del 2011, e per questo motivo “continueranno il loro percorso verso la realizzazione di un modello di gestione che tenga conto dei principi di tutela delle risorse, di tutti i lavoratori e le lavoratrici, dell’equità per la soddisfazione dei bisogni di tutti i comuni serviti e per la maggiore economicità delle tariffe in favore di tutti gli abitanti”.
Associazioni e sindacato, dunque, “invitano i cittadini a seguire le iniziative future che li vedranno coinvolti con l’intento di contribuire alla realizzazione di una società completamente pubblica, al servizio dei cittadini e rispettosa dei lavoratori e delle lavoratrici”. E contribuire, per le forze contrarie alla quotazione, attraverso “un processo realmente partecipato da tutte le parti a tutela della gestione dei beni fondamentali, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle e degli utenti”. (lt)