Con ancora nell’aria l’euforia per la riuscita scalata a Mediobanca, Banca Mps chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 1,366 miliardi di euro, in calo del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il confronto risente però dei benefici fiscali straordinari dello scorso anno (470 milioni contro 78 milioni nel 2025): al netto di questi effetti, il risultato cresce del 17,5%. Nel solo terzo trimestre l’utile si attesta a 474 milioni, in aumento del 16,5% e sopra le attese del mercato (366 milioni).
I ricavi complessivi al 30 settembre sono pari a 3.054 milioni, sostanzialmente stabili (+0,5%) rispetto al 2024. La crescita delle commissioni nette (+8,5%) e degli altri ricavi finanziari (+35%) ha compensato la flessione del margine di interesse (-7,4%). Gli oneri operativi salgono dell’1,4% a 1.411 milioni, per effetto del rinnovo contrattuale del settore bancario, parzialmente bilanciato da una gestione efficiente delle spese amministrative. Il risultato operativo lordo resta stabile a 1.643 milioni, mentre le rettifiche su crediti scendono a 254 milioni dai 300 dell’anno precedente. Il risultato operativo netto migliora a 1.389 milioni, dai 1.339 milioni del 2024. I crediti deteriorati lordi rappresentano il 3,7% del portafoglio, quelli netti il 2%.
Nuovo piano industriale nel primo trimestre 2026
“Questo è un momento fondante per Mps, a settembre abbiamo completato con successo l’acquisizione di Mediobanca, una mossa strategica in cui abbiamo sempre creduto”, ha dichiarato l’ad Luigi Lovaglio in conference call con gli analisti. Dopo l’apporto di Piazzetta Cuccia – la cui acquisizione porta alla nascita di un player da 8 miliardi di ricavi e 3 miliardi di utile netto rettificato – la raccolta complessiva sale a 357,6 miliardi di euro, con la raccolta commerciale a 290,6 miliardi e quella diretta a 165,2 miliardi (+2,5% su giugno). I finanziamenti alla clientela sono stabili a 140,7 miliardi.
Riguardo alle sinergie, Lovaglio ha sottolineato che “metteremo in atto tutte le azioni necessarie per raggiungerle anche a un livello superiore rispetto a quello annunciato”, ribadendo che il nuovo piano industriale, atteso nel primo trimestre 2026, definirà in modo più preciso il modello organizzativo e le stime economiche. Nessuna indicazione sulla partecipazione del 13% in Generali: “In questo momento siamo concentrati e impegnati al 100% su Mediobanca”, ha spiegato Lovaglio, aggiungendo che “il capitale in eccesso rappresenta una grossa opportunità da sfruttare al meglio per far crescere il business e gratificare di più gli azionisti, attraverso buyback o dividendi straordinari”.
Verso un dividendo in linea con l’anno scorso
Sul fronte della remunerazione degli azionisti, Lovaglio ha confermato che Mps “prevede per quest’anno di distribuire un dividendo per azione in linea con lo scorso anno”, mantenendo “un rendimento tra i più alti in Europa”, e che “ci siamo impegnati a garantire un dividendo in crescita conservando la nostra solidità patrimoniale”. Il dividendo intermedio resta “una delle opzioni che consideriamo”. L’ad ha poi aperto alla possibilità di espandere all’estero il business di Compass e di rafforzare il private e l’investment banking: “Riteniamo che Compass abbia tutto il potenziale per espandersi all’estero – ha detto -, hanno le competenze, la tecnologia e un ottimo track record. Anche il private banking e il cib di Mediobanca hanno ottime opportunità”.
Leonardo Testai