I marchi della moda, e in particolare chi opera nel segmento alto, sono impegnati ormai da tempo a rafforzare il controllo diretto della filiera produttiva, con due obiettivi: da una parte aumentare la capacità di realizzare capi, senza dover ricorrere a subfornitori; dall’altra accrescere la trasparenza della catena di fornitura, così da sapere chi produce e come. Si può leggere in questo senso anche la mossa di Stefano Ricci, azienda fiorentina di abbigliamento maschile di fascia alta, che nel miglior anno della propria storia dal punto di vista delle vendite – 215 milioni di euro di fatturato 2023, +43% sul 2022 – si è assicurato una sartoria aretina formata da 70 persone. L’acquisizione di Petrarca Confezioni – come si legge sul Sole 24 Ore – servirà a sostenere la crescita dell’azienda che ha sempre fatto del ‘made in Italy’ un segno distintivo della qualità.
In arrivo l’acquisizione di un pantalonificio
Peraltro Niccolò Ricci, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, annuncia anche un’altra acquisizione, in dirittura d’arrivo, di un produttore di pantaloni sempre di Arezzo. “Nel piano di ampliamento e riorganizzazione della produzione – spiega Ricci – rientra anche l’apertura del nuovo hub logistico nella zona di Peretola, che libererà 4.500 mq nella zona di Fiesole destinati ai nostri artigiani”.
Il primo trimestre 2024 si è chiuso con un incremento del fatturato del 15% e con nuove aperture di boutique monomarca nel mondo (Stefano Ricci esporta il 95%): per far fronte alla domanda servono capi di qualità made in Italy.
S.Pi.