La concia al vegetale in una delle 20 aziende toscane aderenti al consorzio 'Vera pelle italiana conciata al vegetale'
Un intervento ponte per difendere produzione e occupazione nel comparto conciario, in vista di una ripresa che potrebbe manifestarsi il 2025: il confronto tra gli operatori di settore e la commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale della Toscana ha prodotto l’impegno a stilare nei prossimi giorni un documento di sintesi con le istanze del conciario di Santa Croce, che sarà sottoposto dalla commissione al Consiglio Regionale della Toscana.
Credito e ammortizzatori sociali al centro del confronto
A seguito del confronto è stato proposto di attivare un tavolo di lavoro che seguirà l’andamento del comparto con l’obiettivo di ottenere diversi interventi. Secondo quanto reso noto dal Consiglio regionale, tra le misure proposte figurano le aggregazioni aziendali, interventi derogatori sulla cassa integrazione, la rinegoziazione dei finanziamenti in essere, un accesso al credito facilitato e la creazione di comunità energetiche.
“Le misure richieste mirano a consentire la migliore gestione delle attuali criticità del mercato”, affermano Associazione Conciatori e Consorzio Conciatori di Ponte a Egola in una nota, ancora una volta congiunta. “Ci auguriamo che l’interesse manifestato da parte delle istituzioni – aggiungono – si traduca quanto prima in strumenti concreti a supporto dell’intera filiera della moda toscana che proprio nel conciario trova una delle sue industrie più significative in termini di produzione, indotto e posti di lavoro”.
Richiesta bipartisan per un tavolo di crisi
“I dati che le imprese hanno riferito sono preoccupanti, si parla di una riduzione di fatturato dal 20% al 50% da parte delle aziende”, spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd, aggiungendo che “si registra, inoltre, un aumento esponenziale della cassa integrazione e anche l’occupazione ne risente”, in “un comparto costituito da circa 500 aziende, tra concerie, contoterzisti e indotto, che dà lavoro ad oltre 5.000 addetti e che registra un fatturato di 2,5 miliardi di euro”.
Dunque, sostiene Pieroni, “occorre attivare subito un tavolo di crisi regionale dove delineare strategie ed azioni utili a far sì che il settore possa superare questo momento di difficoltà”. Una richiesta condivisa anche da Fratelli d’Italia, che chiede “la costituzione presso l’assessorato competente di un tavolo di crisi del settore moda, così come hanno fatto altre Regioni e chiedono da mesi le associazioni di categoria”, affermano i consiglieri Diego Petrucci e Vittorio Fantozzi. (lt)